Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione italiana wilderness, si dice preoccupato della rielezione di Trump, un rischio per la conservazione della biodiversità.
La sua idea di società rischia di snaturare l’America e i suoi valori («il resto del mondo non va a visitare [i luoghi in cui s’estrae] il petrolio»), ai quali oppone «un disinteresse verso la bellezza della natura selvaggia, che vede solo come luogo o merce da sfruttare perché renda denaro a ogni costo»: Franco Zunino, il segretario generale dell’Associazione italiana wilderness, si dice preoccupato della rielezione di Trump, che considera un danno per la conservazione della biodiversità.
Chi ce l’ha a cuore, scrive, «non può fidarsi»: nei primi quattro anni di presidenza «ha già dimostrato come la pensa», e Biden ha dovuto «rimediare a molti disastri ambientali». Né ci si può fidare delle persone di cui Trump intende circondarsi: le sceglie «sulla base della fedeltà, anziché di capacità ed esperienza».
Zunino però non cede al pessimismo. Nei due rami del parlamento la maggioranza è risicata («una garanzia per frenare gli eventuali disastri, e non [far naufragare] del tutto i provvedimenti di salvaguardia» ancora da discutere); e gli americani sono perlopiù schierati a favore della conservazione della natura a prescindere dal voto e dell’appartenenza politica: «per cui Trump non dovrebbe avere gioco facile nello smantellare parchi nazionali, rifugi faunistici, aree wilderness e altre forme di aree protette federali».
Al massimo potrà provare a svilirle, e a frenare l’istituzione di nuove; ma è lecito sperare che «i conservazionisti repubblicani», che hanno un ruolo glorioso nella storia americana, «gli impediscano di farlo».
Scopri le ultime notizie di caccia e i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.