Per il Wwf la nuova composizione del comitato nazionale faunistico-venatorio giustifica l’appellativo di ministro della caccia per Francesco Lollobrigida.
Se il decreto che reintroduce il comitato faunistico-venatorio nazionale sarà approvato senza modifiche, il Wwf considererà giustificato l’appellativo di ministro della caccia per Francesco Lollobrigida; la motivazione è da ricercare nella nuova composizione dell’organismo, sul quale in giornata è atteso il parere della Conferenza Stato-Regioni.
Per il Wwf il peso delle associazioni venatorie rischia infatti d’esser preponderante: pur riducendosi rispetto al passato (e l’Arcicaccia ha furiosamente fatto notare che questa decisione lascerà inevitabilmente fuori alcune sigle), il numero dei rappresentanti dei cacciatori è superiore a quello di tutte le altre categorie prese singolarmente.
Il Wwf auspica dunque che la Conferenza Stato-Regioni esprima un parere negativo sul decreto, «l’ennesimo regalo alle associazioni venatorie»; il comitato faunistico-venatorio «non avrebbe neppure ragione d’esistere» dato che «le indicazioni sulla gestione faunistica devono essere fornite da un organismo scientifico come l’Ispra». Il governo Meloni, chiude il Wwf, s’è di nuovo scordato che «la fauna non è proprietà della sempre più marginale minoranza dei cacciatori».
Gli ha risposto Paolo Sparvoli, presidente nazionale della Libera Caccia, che difende «un’iniziativa coraggiosa» con cui il ministero dell’Agricoltura «restituisce voce e dignità al mondo venatorio»; per l’Italia è l’occasione d’allinearsi alla maggioranza delle nazioni europee, «che attribuiscono ai cacciatori un ruolo insostituibile nella gestione della fauna selvatica».
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