Non per tutti, la semiautomatica a recupero di gas di Winchester non è per tutti. Ma non per il prezzo – che, anzi – è inferiore alle sue (poche) dirette concorrenti, ma per il semplice fatto che non è disponibile sul mercato globale. Sul sito internazionale Winchester non se ne trova traccia. Facendo una ricerca sul web, si scopre che le uniche informazioni al suo riguardo sono in lingua italiana. E lo stesso marchio americano ne parla esclusivamente nella versione in italiano del suo sito. Il catalogo del produttore è attualmente focalizzato nella produzione di semiautomatici a canna liscia e, per quanto riguarda la canna rigata, in una interessante alternanza di repliche di grandi classici del passato e bolt action di più recente concezione. Rispetto a un tempo, neanche troppo lontano, il marchio si è europeizzato. Dopo 4 decenni di crisi, infatti, nel 2006 è stato chiuso lo storico impianto di New Haven, nel Connecticut, e la produzione è ripresa successivamente sotto licenza grazie all’interesse di due sussidiarie della Olin Corporation cui anche Winchester fa riferimento: Fabrique National (FN) in Belgio e Browning Arms Company nello Utah, a Ogden. Questo cambiamento ha fatto sì che le armi destinate a un pubblico europeo siano costruite proprio nel Vecchio Continente. La SXR Vulcan non fa eccezione essendo realizzata in Belgio, per quanto riguarda meccanica, e assemblata in Portogallo, dove il gruppo ha uno stabilimento in cui produce componentistica, garantisce l’assistenza alle sue armi e assembla alcuni modelli, tra cui la carabina Bar, best seller di Browning.
Notevoli assonanze
La Olin Corporation, proprietaria dei due marchi sin qui menzionati, ha cercato di differenziare la sua offerta commerciale così da attrarre una quanto più ampia possibile clientela. Nel settore delle semiautomatiche da caccia ha realizzato questa politica affidando a Browning – con la sua Bar – il segmento alto (il modello d’accesso alla gamma costa attualmente 1.659 euro) e a Winchester quello più popolare, con due modelli che rispetto alla Bar base costando un 30% in meno. Sono appunto gli allestimenti SXR Vulcan, disponibili a 1.189 euro. A parte il prezzo, che nel caso della Bar può raggiungere e superare i 3.000 euro, le similitudini tra le due armi sono sicuramente più di quante siano le differenze. La piattaforma intorno a cui è stata sviluppata la SXR Vulcan è indiscutibilmente la stessa della Bar, arma “storica” del marchio che risale, nella sua concezione, addirittura alle intuizioni del fondatore. Alla base di tutto c’è un robusto sistema di ripetizione semiautomatica che sfrutta, per il suo funzionamento, il recupero dei gas e una valvola regolabile. L’otturatore è rotante a chiusura geometrica, con 7 alette di chiusura, lo stesso della Bar. Tre le modifiche che differenziano il sistema Winchester da quello Browning: anzitutto il blocchetto di fine corsa del pistone della presa del gas, che in questo caso non è in acciaio ma in materiale polimerico; poi la molla di recupero dell’otturatore, che ha un profilo piatto anziché tondo. Infine, l’assenza della leva di sblocco del gruppo carrello-otturatore. Detto questo, si possono osservare certo delle semplificazioni, la Vulcan deve spuntare un prezzo concorrenziale nei confronti di tutte le sue concorrenti, ma la filosofia ispiratrice i due modelli è inequivocabilmente la stessa.
Nello specifico
L’offerta commerciale Winchester comprende due allestimenti. Oltre al Battue oggetto di questa recensione ne esiste un secondo, denominato Black Tracker Fluted, che dal primo differisce per la calciatura in polimero e la lunghezza della canna, ridotta a 470 mm, che ne limita la disponibilità di calibri a soli 3: .30- 06 Springfield, .308 Winchester e .300 Winchester Magnum. Quei 6 centimetri in più, nella Vulcan Battue, permettono di adottare un quarto calibro, camerato nella carabina qui descritta: il 9,3×62 mm che trova molti adepti tra i postaioli ma, secondo gli ingegneri e i responsabili commerciali del marchio, molti meno tra battitori e recuperatori. Interessante la carcassa, realizzata in lega leggera, successivamente anodizzata. Porta serigrafato il nome del modello e un baffo rosso, unico elemento decorativo presente. Sulla sua parte superiore sono realizzati 4 fori filettati idonei al montaggio di una slitta Picatinny (fornita a corredo dell’arma) utile al montaggio dei più svariati sistemi di mira. In questo caso un cannocchiale da battuta 1-4×24 di BSA. È una scelta economica che ben si armonizza con il sistema nel suo complesso. Chi non desideri utilizzare l’ottica, da battuta o punto rosso che sia, potrà mirare utilizzando la bella bindella da battuta fornita di serie e abbinata a un mirino con inserto in fibra ottica (rossa). Due registri ne permettono la regolazione sia in alzo sia in deriva. Due spine passanti bloccano alla carcassa il pacchetto di scatto, facilmente smontabile. Include la sicura a traversino, che agisce unicamente sul grilletto, e la leva di sgancio del caricatore. La catena di scatto è tarata in fabbrica su un peso di 1.800 grammi, lo sgancio è piuttosto pastoso, pronto e prevedibile. Certamente un punto di forza dell’arma. Il caricatore è disponibile in versione DBM amovibile, in grado di contenere due oppure tre cartucce come in questo caso, oppure fisso con autonomia di 2. In .30-06 e .308 l’autonomia massima può salire a 4 colpi. Bella la canna, di buon diametro. Presenta una finitura lucida assai ben realizzata e porta tutte le indicazioni di rito. Nella versione Tracker è invece satinata e presenta un diametro leggermente superiore, seppur ingentilito dalle scanalature di alleggerimento tipiche di questo genere di arma. Il peso delle due versioni, nonostante la canna più corta e il calcio in polimero della seconda carabina, è comunque identico.
Gioie e dolori del legno
Bella la calciatura in noce standard caratterizzata, nell’esemplare in prova, da una bella colorazione calda. Il profilo della pala è diritto, il calciolo è in plastica dura. Una scelta discutibile considerando i calibri con i quali il cacciatore andrà a confrontarsi. Vale certamente la pena sostituirlo con un più adeguato calciolo in gomma morbida. Opinabile anche la scelta di realizzare il puntale dell’astina in plastica. Certamente un espediente utile al contenimento del prezzo ma che fornisce una veste povera al complesso. Peccato, perché la calciatura sarebbe decisamente bella per un’arma che, in armeria, viaggia a cavallo dei 1.000 euro. Nella confezione non mancano le magliette portacinghia. L’anteriore va assicurata a un foro passante presente sul tappo che va a chiudere l’astina sulla meccanica; un secondo foro, per inciso, permette la rotazione iniziale del tappo, che sarebbe altrimenti difficilmente manovrabile. La seconda maglietta va invece agganciata al perno filettato – anch’esso fornito a corredo – che l’acquirente dovrà autonomamente avvitare alla pala del calcio. Mancando una qualsiasi predisposizione, si tratta di operazione non complessa ma certamente ansiogena, visto che un qualsiasi errore potrebbe rovinare in maniera irreparabile il calcio. Arma bella nel suo complesso, ricca di contenuti tecnologici di qualità, la SXR Vulcan di Winchester può ben dirsi una prima scelta per chi inizi a cacciare a palla oppure per chi badi alla sostanza e non ha intenzione di investire in un’arma più del necessario.
Si ringrazia l’armeria L’Armaiolo di Firenze per la collaborazione.
LA SCHEDA
- Produttore: Winchester
- Modello: SXR Vulcan Battue
- Tipo: carabina semiautomatica a recupero di gas
- Calibro: 9,3×62
- Lunghezza canna: 530 mm
- Lunghezza totale: 1.000 mm
- Organi di mira: bindella da battuta e mirino regolabile
- Caricatore: 3 colpi
- Sicure: a traversino, agisce sul grilletto
- Materiali: legno, alluminio e acciaio
- Finiture: carcassa anodizzata, canna brunita lucida, legno verniciato
- Peso: 3.100 g
- Prezzo: 1.189 euro
- Info: http://browning.eu