La Federcaccia contesta il modo in cui Wwf e Lipu hanno presentato la sentenza del Tar del Lazio sulla valutazione d’incidenza dei calendari venatori.
È «un pessimo esempio di disinformazione» e «una distorsione della realtà dei fatti»: per la Federcaccia non è accettabile il modo in cui il Wwf e la Lipu hanno presentato la sentenza del Tar del Lazio sulla valutazione d’incidenza dei calendari venatori.
È una regola banale del processo amministrativo: se l’atto è dichiarato privo d’effetti vincolanti, lo scopo cui tendeva il ricorso è evidentemente raggiunto; la dichiarazione d’inefficacia (vi ricordate che cosa accadde alla circolare interministeriale sulle munizioni in piombo nelle zone umide?) ha gli stessi effetti dell’annullamento.
La Federcaccia sottolinea che dalla sentenza non si possono estrapolare frasi fuori contesto: gli ambientalisti possono pur presentare come un risultato a loro favorevole quella che di fatto è «una vittoria significativa del mondo venatorio»; ma in concreto la decisione del Tar «spazza via l’ennesimo tentativo d’ostacolare la caccia».
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