L’Asl Torino 3 sensibilizza i cacciatori sulle misure utili a prevenire la trichinellosi.
Disturbi gastrointestinali, in alcuni casi dolori muscolari e febbre hanno fatto sospettare la trichinellosi per una ventina di valsusini – cacciatori, loro familiari e amici – che avevano mangiato salumi freschi di cinghiale. Gli esami del sangue e quelli sui prodotti non ancora consumati hanno confermato il responso. Ne dà notizia l’Asl Torino 3 che ne approfitta per sensibilizzare i cacciatori sulle misure di prevenzione da trichinellosi.
Trasmissibile esclusivamente per via alimentare con consumo di carne cruda o poco cotta, la trichinellosi “è una patologia collegata alla macellazione domiciliare”. L’Asl ricorda dunque che non ci sono problemi per macelli e salumifici controllati.
Trichinellosi: le misure di prevenzione
- La carne deve essere consumata ben cotta (la temperatura interna deve raggiungere almeno i 70° per tre minuti). Il suo colore deve passare dal rosa al bruno.
- L’Istituto zooprofilattico deve controllare il diaframma del cinghiale macellato a domicilio per il relativo esame trichinoscopico.
- Se l’esame non viene effettuato, bisogna congelare la carne per almeno un mese a -15°C.
- È necessario lavorare separatamente ogni carcassa, utilizzare guanti monouso e disinfettare bene tutti gli strumenti.
- I cacciatori devono identificare ogni selvatico abbattuto con una fascetta e associargli univocamente i sacchetti per riporre le carni.
In ogni caso, prima dell’esito dell’esame trichinoscopico è bene non consumare insaccati o carne cruda.
Nella nota stampa dell’Asl Torino 3 si possono leggere le indicazioni complete sui sintomi e le caratteristiche della malattia e del parassita.