Generalmente la toxoplasmosi è considerata la malattia trasmessa dai gatti; ma l’insidioso parassita che la provoca può colpire anche col consumo di carne, anche di selvaggina.
La toxoplasmosi è una zoonosi provocata da un microrganismo, il Toxoplasma gondii, che si riproduce esclusivamente nell’intestino dei gatti ma che può infettare le carni di quasi tutti gli animali come uccelli, roditori, selvaggina e animali allevati (e a proposito di malattie: avete letto gli altri articoli della rubrica A caccia con il medico, a partire da quelli sul tetano, le punture d’insetto, i morsi dei cani e le zecche?).
Se hanno consumato carni infette, i gatti possono infettare l’ambiente (il suolo, l’acqua, il materiale vegetale, o la lettiera) con le loro feci ricche di oocisti. Una volta entrati nell’intestino dei felini, questi parassiti infatti si riproducono andando, attraverso le feci, a contaminare l’ambiente. Pertanto per l’uomo i rischi di contrarre la toxoplasmosi provengono da lettiere dei gatti, terra, acqua o materiale vegetale contaminati da feci di gatti (domestici o più frequentemente randagi), assunzione o contatto con carne cruda infetta.
Rischi specifici
Nei soggetti immunocompetenti (cioè nelle persone con un sistema immunitario funzionante) questa parassitosi non è di per sé particolarmente grave. Viceversa può essere un’infezione molto seria, talvolta fatale, per le persone che hanno poche difese immunitarie (malati di Aids, immunosoppressi, in corso di chemioterapia).
Quando presenti (circa il 10-20% delle persone), i sintomi della toxoplasmosi si manifestano dopo circa un mese dall’infezione; possono mimare la classica sindrome influenzale, con dolori muscolari, linfonodi ingrossati e dolenti, mal di testa, febbre, stanchezza e mal di gola.
Dopo il passaggio nel sangue e nei linfonodi, questi parassiti vengono attaccati dal sistema immunitario e si rintanano in cisti all’interno dei muscoli e del sistema nervoso dove, se non sopraggiungono problemi di salute dell’ospite, restano per tutta la vita in fase quiescente.
I rischi della toxoplasmosi sono molto elevati per due categorie di persone: le donne in stato di gravidanza e le persone immunodepresse. Nelle donne incinte il parassita può passare al feto attraverso la placenta e provocare un aborto nelle prime settimane di gravidanza o problemi di ritardo mentale. Sono decisamente più gravi le manifestazioni cliniche nelle persone con sistema immunitario compromesso: l’infezione coinvolge organi nobili come l’occhio (corioretinite), il sistema nervoso centrale (encefalite), i reni, il fegato, i polmoni, le ossa.
Nelle persone immunocompetenti con toxoplasmosi acuta lieve e non complicata non è necessario impostare una terapia farmacologica, poiché l’infezione si autolimita e non porta conseguenze. In caso di toxoplasmosi acuta severa o in pazienti immunocompromessi è sempre necessario impostare una terapia specifica antibiotica, in ambito ospedaliero.
Una volta contratta l’infezione, le persone sane sviluppano una risposta anticorpale (prima IgM poi IgG) che dura per tutta la vita. Generalmente quest’immunità è efficace e previene le re-infezioni. Solo se successivamente dovesse subentrare un problema immunitario il microrganismo può tornare aggressivo, riprodursi e indurre nuovi danni nei vari organi colpiti. Non esiste al momento un vaccino contro la toxoplasmosi.
Toxoplasmosi: le regole di prevenzione
In Italia la principale fonte d’infezione (oltre il 50% dei casi) è legata all’assunzione di carne poco cotta. Anche la selvaggina, alimentandosi di materiale vegetale o carni potenzialmente contaminate, può essere veicolo di infezione. È possibile infettarsi anche manipolando la terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato; bisogna inoltre prestare attenzione alla pulizia delle lettiere dei gatti, soprattutto se questi hanno accesso alle carni infette di uccelli e roditori (molto meno se alimentati con cibo in scatola e con poco accesso all’esterno).
Ciò detto, per prevenire l’infezione da Toxoplasma è necessario:
- consumare carne ben cotta (la temperatura di sicurezza è 74 °C minimo) evitando insaccati, salumi e carpacci;
- lavare accuratamente ortaggi e vegetali;
- lavare accuratamente gli utensili che entrano in contatto con carne e vegetali crudi;
- non bere latte crudo non pastorizzato;
- sorvegliare l’igiene dei bambini sia quando giocano all’esterno, sia in presenza di un felino domestico (i gatti infetti non mostrano alcun segno di malattia);
- praticare giardinaggio e maneggiare la lettiera dei gatti con opportune protezioni (guanti, occhiali);
- in caso di gravidanza assicurarsi del proprio stato immunologico (Toxo test).
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