La commissione Politiche economiche approva la risoluzione Molinari che impegna la giunta ad avviare la sperimentazione del tesserino venatorio digitale in Emilia Romagna.
Il tesserino venatorio digitale in Emilia Romagna comincia ad assumere forma. Convocata in sede referente, la commissione Politiche economiche ha approvato la risoluzione Molinari che impegna la giunta a promuoverne la sperimentazione a partire dal 2020/2021. I voti contrari delle opposizioni di destra non sono bastati a contrastare i sì del Partito democratico. Astenuti i 5 Stelle che, a quanto si apprende, puntavano a qualcosa di più cogente che non una sperimentazione su base volontaria. Se anche l’aula approverà la risoluzione e la giunta la renderà effettiva, il tesserino venatorio digitale affiancherà quello cartaceo, senza sostituirlo.
Il comunicato ufficiale dell’assemblea legislativa racconta di un botta e risposta tra Gian Luigi Molinari e la Lega nel corso della discussione. Il consigliere Pd ha infatti motivato la risoluzione con la volontà «di rendere più semplice l’attività venatoria grazie all’uso della tecnologia». Per il Carroccio invece la caccia non deve essere digitalizzata, ma semplificata e sburocratizzata. Lo richiede l’età media dei cacciatori, sempre più avanzata. Secondo Massimiliano Pompignoli, consigliere leghista, l’introduzione del tesserino venatorio digitale serve per andare verso «il cacciatore professionista, digitalizzato e geolocalizzato». Dura la risposta di Molinari: la figura del cacciatore professionista «esiste solo nelle suggestioni» della Lega.