Il Tar ha accolto il ricorso della Lac contro il calendario venatorio del Veneto: la caccia a quindici specie sarà sospesa fino al 1° ottobre.
Per quanto articolate, le motivazioni addotte dalla Regione non sono idonee a superare il parere Ispra che suggeriva di posticipare l’apertura al 1° ottobre: il Tar (ordinanza 798/2022) ha dunque ghigliottinato parte del calendario venatorio del Veneto sospendendo per una settimana la caccia ad alzavola, beccaccia, beccaccino, canapiglia, cesena, codone, fagiano, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, germano reale, marzaiola, mestolone, porciglione, quaglia, starna, tordo bottaccio e tordo sassello.
Vengono meno anche le giornate aggiuntive per la caccia alla migratoria nel bimestre ottobre-novembre. Per il Tar potrebbero infatti aumentare in maniera non trascurabile la pressione venatoria nei confronti dell’avifauna; per poterle autorizzare la Regione avrebbe dovuto scorporare dai dati di prelievo delle scorse stagioni quelli relativi al solo bimestre in cui aveva consentito le giornate aggiuntive e valutare quanto incidessero.
La camera di consiglio è fissata al 30 novembre, a cose fatte; dunque la situazione potrà cambiare solo se il Consiglio di Stato, che la Regione ha già fatto capire di voler interpellare, accoglierà l’inevitabile controricorso. Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Caccia, si dice «profondamente deluso dal provvedimento»; l’ordinanza infatti «non tiene minimamente conto delle argomentazioni portate a supporto del calendario venatorio».
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