Con un significativo balzo tecnologico, indica quale sarà la direzione su cui si svilupperà l’ottica del futuro. Il nuovo binotelemetro Swarovski EL Range AT 8×42 presenta caratteristiche in grado di aumentare la consapevolezza del cacciatore nel suo sforzo venatorio.
A una decina d’anni dal lancio del suo binotelemetro EL Range, su Swarovski si stava concentrando la febbrile attesa del mercato. A suo tempo un’ottica all’avanguardia – le sue caratteristiche ottiche e meccaniche non si discutono neanche oggi – è stata superata; la concorrenza, da qualche anno a questa parte, alle caratteristiche standard dello strumento ha via via aggiunto nuove funzioni che, a torto o a ragione, oggi paiono imprescindibili.
Quando si ha una spiccata vocazione all’innovazione non è semplice confrontarsi con il mercato che è esigente e dai leade, si aspetta soluzioni innovative. Ed è così che si è dovuto attendere il 2021 per la presentazione del nuovo EL Range che, rispetto al precedente, va ad arricchirsi della sigla AT che ne definisce l’originalità.
Tre settori, una direzione
Swarovski è un’azienda attiva su più settori: della caccia, dell’osservazione naturalistica e dell’outdoor in generale. Ha pure una forte vocazione alla sostenibilità che viene rimarcata ad ogni occasione di confronto con il pubblico e, in definitiva, riesce a mettere insieme le motivazioni di appassionati con interessi molto differenti. Recentemente sta spingendo sul tema dell’integrazione dell’intelligenza digitale nei prodotti caccia: frutto di questo processo sono la seconda versione dell’ottica dS e, soprattutto, la rivisitazione del concetto stesso di binotelemetro.
Il nuovo prodotto non si distingue esteriormente dal precedente in maniera sostanziale; di poco più lungo, presenta forme leggermente meno spigolose; qualche dettaglio identitario ridisegnato; le ghiere per la regolazione diottrica in verde anziché in nero; il sistema ottico di grande qualità già conosciuto dal mercato. Presenta il solito tasto per l’attivazione del dispositivo elettronico sul tubo destro e il pulsante di programmazione in posizione inferiore. Esteticamente le differenze sono quindi limitate. I nuovi contenuti tecnologici sono introdotti da una spia che spiega come il nuovo EL Range sia ora in grado di accoppiarsi con un dispositivo mediante la solita funzionalità Bluetooth.
In profondità
Il discorso si fa più complesso quando si va a scavare in profondità nel progetto Swarovski. Il nuovo binotelemetro è equipaggiato on board dell’ovvio inclinometro (come il precedente) cui si aggiungono un termometro e un barometro, in grado quindi di restituire parametri cruciali nella definizione del rendimento balistico della cartuccia impiegata, e una bussola elettronica. Off board, il nuovo strumento si accoppia con l’applicazione EL Range Configurator che consente di interagire con lo stesso e spremere dal trinomio arma-ottica-munizione le prestazioni migliori.
Tramite un dispositivo smart e l’app si possono anzitutto definire tre curve corrispondenti ad altrettante configurazioni balistiche; si possono inoltre impostare le unità di misura, la luminosità delle informazioni che compaiono nel display interno e le informazioni da indicare sulla seconda riga del display stesso: distanza compensata, click da applicare all’ottica o angolo di sito. Il tutto in maniera semplice e schematica.
Con queste caratteristiche possiamo concludere che Swarovski ha colmato la distanza tecnologica che separava il suo prodotto da quelli dei concorrenti più blasonati. Ma ovviamente, nel rispetto della vocazione di cui ho scritto, non poteva fermarsi qui e non ha perso l’occasione di spostare in avanti il limite proprio e del mercato. Introducendo così la funzionalità definita Tracking assistant e indicata da quell’acronimo AT di cui finora non ho detto niente. Trasformandosi quindi da inseguitrice a leader di una corsa tecnologica che rende tanto interessante e dinamico il settore dell’ottica da caccia.
Due lettere per un salto nel futuro
Tracking assistant è la funzione che consente al cacciatore di raggiungere con soddisfacente approssimazione il punto di una delle ultime misurazioni effettuate dal telemetro. Che si suppone rappresenti la posizione del selvatico al momento dello sparo. Una volta scelta quale tra le ultime tre misurazioni effettuate è quella che ci guiderà all’auspicato Anchuss, sarà il Tracking assistant a condurci sul posto; e a permetterci di iniziare, nel caso l’animale non sia caduto sul posto, l’esame dell’area alla ricerca di tracce da interpretare ed eventualmente motivare un recupero.
L’individuazione dell’area potrà essere effettuata mediante il binocolo stesso oppure tramite la app: in questo secondo caso saranno indicate direzione e distanza che ci separano dal punto x; oppure il punto telemetrato in base alla morfologia del terreno (sfruttando il traffico dati del cellulare). Le funzionalità della app, di semplice interpretazione, sono riassunte dal software presente all’interno del binocolo. Pertanto non richiede l’accoppiamento al dispositivo smart per svolgere le sue funzioni più evolute. Unicamente da app possono essere impostati solo i dati balistici; dal binocolo è selezionabile una delle tre curve precedentemente memorizzate.
Due versioni
L’offerta dei nuovi binotelemetri austriaci comprende come la precedente due versioni, rispettivamente a 8 e 10 ingrandimenti. In entrambi i casi il diametro dell’obiettivo è di 42 mm, pensato per contenere massa e dimensioni dello strumento e comunque sufficiente per osservazioni in ogni contesto d’illuminazione. Il corpo, in magnesio, è ricoperto dalla consueta armatura gommata in colore verde Swarovski, con tubi sagomati in maniera da rendere ergonomica la presa. I sistemi di aggancio della tracolla e dei tappi degli obiettivi sono costituiti dai consueti brevetti appartenenti al pacchetto FieldPro. Non manca la regolazione diottrica dell’eventuale difetto visivo su entrambi i tubi, bonus che compare su pochissimi modelli di fascia alta. A implementare questo progetto, fa la comparsa un supporto frontale (accessorio Frr, opzionale); si monta sostituendo il tappo a vite di chiusura del vano della batteria.
Una breve digressione sulla sezione dedicata alla telemetria è utile per indicare come il dispositivo sia efficace tra 10 e 2.000 metri con una precisione contenuta nel metro. L’autonomia dichiarata è di 2.000 misurazioni; quella effettiva sarà condizionata dalla frequenza e dalla quantità di informazioni scambiate con il dispositivo smart.
Sul campo
Il test, effettuato presso il Campex Swarovski delle Casellacce di Montese (Mo), ha restituito un’impressione di funzionamento dello Swarovski EL Range AT 8×42 molto favorevole. L’interfaccia di collegamento con il nuovo EL Range AT ricalca grafica e logica della app Swarovski ballistics già conosciuta. Le nuove funzionalità sono gestite in maniera intuitiva.
Le funzionalità di guida del Tracking assistant si sono dimostrate molto affidabili, anche in questo caso con un’approssimazione di circa un metro. Un’inezia. Lo strumento necessita ovviamente di un minimo di pratica ma fornisce dati facilmente interpretabili e precisi purché la bussola sia correttamente calibrata; il produttore raccomanda di provvedere a questa pratica – che richiede una trentina di secondi – ogni volta che le condizioni ambientali abbiano subito un mutamento significativo o si sia cambiata l’area di caccia. Ritengo che Swarovski abbia finalmente colmato una lacuna che rendeva la sua produzione meno concorrenziale rispetto a quella dei concorrenti. E l’ha fatto con uno strumento dalle ottime performance, in linea con le aspettative che è legittimo porre nei suoi prodotti.
La scheda tecnica dello Swarovski EL Range AT 8×42 e della versione a 10 ingrandimenti
Sito produttore
Distributore: Swarovski Italia
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