Steiner ha appena annunciato il lancio del suo primo strumento termico da osservazione. Un approccio alla visione notturna in grande stile: il monoculare Steiner Nighthunter H35 si colloca al top delle prestazioni.
A conferma dell’interesse della Holding Beretta per la visione notturna – anticipato dalla presentazione dei tre termici di Burris recensiti su Caccia Magazine di agosto – si segnala il lancio del primo visore anche da parte di Steiner. Caratterizzato da dimensioni compatte, lo Steiner Nighthunter H35 è caratterizzato da un peso contenuto e una configurazione che si può ormai definire tradizionale per la presenza di cinque pulsanti di attivazione. Non a caso conserva il nome Nighthunter che, nel catalogo del produttore tedesco, è sempre associato a ottiche ad alta luminosità.
Solo osservazione, per ora
Il visore termico H35 è un monoculare destinato all’osservazione; secondo la terminologia inglese rientra nella categoria degli strumenti handheld. Fa parte del progetto cosiddetto Quantum Vision in cui tutte le singole componenti concorrono in sinergia a fornire la migliore prestazione possibile; in questo caso, lo scopo è realizzato – in particolare – da un sensore termico di alta qualità e a un software di elaborazione dell’immagine particolarmente evoluto.
Ottica e hardware del nuovo Steiner sono ospitati da uno chassis in Makrolon, un policarbonato termoplastico denotato da leggerezza ed estrema robustezza. Resiste infatti a impatti fino a 30 G nonché al riscaldamento garantendo la massima stabilità dimensionale in un ampio intervallo di temperature. Ad armare il tutto concorre una finitura gommata che facilita l’impiego anche in condizioni critiche. Il sistema è certificato IP66 e quindi, in ottemperanza agli standard della certificazione, risulta completamente ermetico a polveri e fumi e protetto da forti getti d’acqua da qualsiasi direzione questi provengano.
I pregi del sensore termico…
Il cuore del sistema è costituito da un sensore termico dalla risoluzione di 640×512 pixel, consono ai termici di fascia alta. La dimensione del pixel, di soli 12µm, è inferiore alla maggior parte dei prodotti della concorrenza e garantisce quindi un esteso campo di individuazione del selvatico secondo l’assunto che sono necessari 3 pixel per rilevarne la presenza. Si tratta di un bonus che pone lo Steiner H35 al top della produzione odierna. La frequenza di campionamento è pari a 50 Hz così da fornire immagini fluide anche di soggetti in movimento.
La visione dell’immagine ripresa è affidata a un monitor Lcos da 1.280×960 pixel, anche in questo caso il limite dimensionale superiore per questa tipologia di strumenti. Tramite il display si concretizza l’osservazione della scena inquadrata e la navigazione all’interno del completo menu di regolazione dello strumento. Quanto all’immagine, nel corso del test effettuato presso l’Azienda Montefeltro Rivergaro ho rilevato un’incisione elevata che restituisce dettagli molto facilmente fruibili per l’identificazione del selvatico. L’obiettivo da 35 millimetri è capace di spingersi fino a 16 ingrandimenti grazie allo zoom digitale integrato. È molto efficace alle canoniche distanze di avvistamento.
…e del software di bordo
L’interpolazione dell’immagine è effettuata da un software elaborato specificamente per questo strumento. La resa è eccellente, denotata da un contrasto che rende l’operatività molto efficace in tutti i modi colore previsti da Steiner. A livello di elettronica va segnalato come la navigazione del menu risulta intuitiva grazie ai cinque pulsanti disposti sulla parte superiore dello chassis e a voci (disponibili in italiano) chiare e facilmente intellegibili. Tutte le informazioni restituite dal monitor sono enfatizzate dall’oculare con la conchiglia Steiner Ergoflex.
L’operatore può impostare cinque modalità di visualizzazione (white hot, black hot, iron red, blue hot, red hot regolabile), dieci livelli di regolazione del contrasto e della luminosità del display, tre differenti modalità di restituzione dell’immagine (enhanced, highlight, nature) usufruendo della funzionalità di individuazione del punto più caldo dell’immagine. Non mancano la funzione Pip (picture in picture) e un telemetro stadiometrico che restituisce una stima della dimensione del soggetto inquadrato sulla base delle dimensioni medie della specie di riferimento impostate dal produttore.
Non può mancare la condivisione
Mediante l’applicazione Steiner connect, presentata insieme al termico H35, è possibile condividere in streaming Wi-Fi quanto inquadrato e operare sulla funzionalità dello strumento. Si possono inoltre scattare fotografie e riprendere video che verranno memorizzati sia sulla memoria dello smartphone sia in quella interna da 16 Gb; ad essa si può successivamente accedere mediante cavo Usb tipo C. È presente inoltre una porta micro Hdmi che consente la connessione via cavo a un monitor esterno.
L’alimentazione della complessa elettronica di bordo è supportata da due batterie ricaricabili tipo 18650 da 6.000 mAh in grado di fornire almeno quattro ore e mezzo di autonomia in condizioni operative standard.
Il test effettuato ha restituito un’ottima impressione generale, suffragata da immagini ben definite e una facilità di riconoscimento del selvatico decisamente elevata.
La scheda tecnica dello Steiner Nighthunter H35
Produttore: Steiner
Modello: Nighthunter H35
Risoluzione sensore: 640×512 pixel
Dimensione del pixel: 12µm
Frame rate: 50 Hz
Memoria: 16 Gb, interna
Obiettivo: 35 mm
Zoom: 2-4x
Ingrandimento: 2-16x
Risoluzione display: 1.280×960 pixel
Tipo display: Lcos
Distanza d’individuazione: 1.850-2.600 m (capriolo – cervo)
Distanza di riconoscimento: 350-650 m (capriolo – cervo)
Identificazione: 200-370 m (capriolo – cervo)
Alimentazione: batterie ricaricabili 18650 (2x)
Autonomia: 4,5 ore
Lunghezza: 232 mm
Peso: 695 g
Prezzo: 3.549 euro
Sito produttore
Distributore: Beretta
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