Sono incomplete le informazioni fornite dall’Italia per compilare le statistiche sulla caccia agli uccelli in Europa.
Meglio d’Irlanda, Olanda e Regno Unito preBrexit dei quali di fatto non ci sono dati, ma peggio di Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovenia e Slovacchia: nella raccolta e nella trasmissione delle statistiche sulla caccia agli uccelli in Europa l’Italia si trova nel gruppo di mezzo, quello delle informazioni incomplete, insieme ad Austria, Cipro, Croazia, Germania, Francia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia.
Lo s’apprende dal report della Face, che non ha a disposizione dati sulle stagioni 2012/2013 e 2013/2014 e dati insufficienti per quelle successive (di dodici regioni per il 2014/2015; quindici per il 2015/2016; quattordici per il 2016/2017; nove per il 2017/2018). Su queste basi si possono solo proporre alcune stime dei carnieri, che però la Face presume che in un quinquennio si siano contratti.
In vista del prossimo report calendarizzato per il 2025 la Face sollecita gli Stati membri dell’Unione europea a migliorare la raccolta dei dati sui prelievi; averli a disposizione, dettagliati non solo per stagione ma anche per specie, consentirebbe di capire meglio fino a quale limite si possa considerare sostenibile la caccia.
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