Il ddl 83/2020 intende incrementare di quindici unità il numero delle specie cacciabili in Piemonte. Ma non è l’unica novità.
Se uscirà indenne dai quasi 2.000 emendamenti presentati da tutte le forze politiche, il collegato alla legge di stabilità (ddl 83/2020) ridefinirà il numero delle specie cacciabili in Piemonte. Stavolta al rialzo. Il provvedimento infatti si propone di modificare la legge 5/2018, abrogando il quinto comma dell’articolo 2 e togliendo dunque il divieto di caccia a fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moriglione, combattente, allodola, merlo, pernice bianca e lepre variabile.
Non è l’unico possibile intervento sulla legge che disciplina la caccia in Piemonte. La destra al governo intende infatti consentire la caccia di selezione agli ungulati, soprattutto al cinghiale, due ore prima dell’alba e due ore dopo il tramonto. La caccia di notte è uno dei temi caldi delle ultime settimane, dopo le decisioni di Lombardia e Abruzzo.
Possibili poi deroghe sul calendario dei ripopolamenti faunistici e modifiche alla dimensione di Atc e comprensori alpini. Il ddl intende infatti togliere il limite minimo di 50.000 ettari venabili. Il collegato alla legge di stabilità proroga inoltre i termini per l’approvazione del piano faunistico venatorio e impone tempi stretti, 30 giorni dal visto, al proprietario di un fondo che intenda vietarvi la caccia.
Si chiude col possibile aumento dei cacciatori foranei: rimane il 5% nei comprensori alpini, ma potrebbe raddoppiare negli Atc. Proprio alle difficoltà di cacciare fuori regione e ai possibili impatti sulla gestione del territorio è dedicata parte dell’inchiesta che aprirà Caccia Magazine luglio 2020, in edicola da venerdì 19 giugno. Cominciamo intanto a svelarne un lembo.
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