In attesa di pronunciarsi sul merito, il Consiglio di Stato ha sospeso la caccia di selezione al cervo in Abruzzo.
Nel migliore dei casi non potrà iniziare fino al 7 novembre: è infatti in questa data che il Consiglio di Stato (decreto 3816/24) discuterà nel merito il ricorso di Wwf, Lav e Lndc contro la delibera con cui la giunta regionale dell’Abruzzo ha autorizzato la caccia di selezione al cervo nel territorio di competenza; nel frattempo ne ha sospeso l’esecutività.
La giunta comunque si dice serena. «La sospensiva non invalida il portato della delibera regionale» segnala Emanuele Imprudente, vicepresidente regionale e assessore ad agricoltura e caccia; «né contesta la correttezza del procedimento amministrativo». La scelta del Consiglio di Stato si basa «su un generale principio precauzionale», del quale ci sarà modo di discutere tra poco meno di un mese: la giunta «attende fiduciosa» il giudizio di merito, consapevole «che sinora si è alimentata un’interpretazione ideologica del provvedimento, e che non abbiamo commesso alcuna forzatura nel prevedere, [basandola] su metodi scientifici, la gestione faunistica di una specie cacciabile per legge».
Ma la polemica non è destinata ad attenuarsi. «È impensabile continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici» scrivono Wwf, Lav e Ldnc in una nota. «[Si devono] cercare alternative più rispettose per l’ambiente e per gli animali stessi; la caccia rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria». La Regione «farebbe sicuramente una figura [migliore] bloccando questa strage, e avviando un confronto serio libero dagli obblighi che evidentemente ha assunto con i cacciatori nella recente campagna elettorale».
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