Per quanto da prendere con cautela, il sondaggio del Wwf sulla caccia fornisce ai cacciatori qualche informazione utile sul modo in cui sono percepiti.
Vanno presi con molta cautela, sia perché il fallimento del referendum racconta una storia almeno in parte diversa sia perché il committente è particolarmente coinvolto nella discussione, ma in ogni caso i dati emersi dal sondaggio del Wwf sulla caccia meritano comunque un’occhiata. Secondo la rilevazione di Emg Different (4-7 febbraio 2022), il 76% del campione intervistato si dice contrario alla caccia e sarebbe favorevole a vietarla su tutto il territorio nazionale; il 43% auspica perlomeno l’introduzione di regole più severe, il 58% ritiene insufficienti le sanzioni per chi viola la legge. Tra gli aspetti maggiormente contestati spiccano l’utilizzo di richiami vivi e di munizioni in piombo e l’esercizio della caccia durante il fine settimana.
Ai cacciatori deve però interessare soprattutto quanto il sondaggio racconti sull’ignoranza che ancora circonda la caccia. Solo il 36% del campione, si apprende, è consapevole del significato dell’articolo 842 del codice civile che consente l’accesso ai fondi privati; e ben il 44% ignora che l’articolo 1 della legge quadro sulla caccia definisce la selvaggina come patrimonio indisponibile dello Stato.
Per quanto implicito, è un segnale chiaro. Al di là del sondaggio che da domani possiamo tutti dimenticare, i cacciatori devono aver presente che la società contemporanea li accetterà solo se riusciranno a raccontarsi a fondo.
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