Sequestro di munizioni e selvaggina in Veneto, doppia interrogazione a governo e Regione

Sequestro di munizioni e selvaggina, doppia interrogazione a governo e Regione: alzavola (Anas crecca) in volo
© A.S. Floro / shutterstock

Dopo il sequestro di munizioni e selvaggina eseguito dai carabinieri in Veneto, le opposizioni interrogano Regione e governo.

Per quanto ne sanno Andrea Zanoni e Renzo Masolo, consiglieri regionali di Europa Verde in Veneto, l’azienda faunistico-venatoria coinvolta è la medesima in cui ha cacciato Donald Trump jr, il figlio del presidente americano: era inevitabile che dall’indagine dei carabinieri forestali nella laguna e dal successivo sequestro di munizioni e selvaggina scaturissero nuove interrogazioni sia a Venezia, dove le opposizioni invitano la giunta Zaia a revocare la concessione, sia alla Camera, dove la capogruppo Luana Zanella torna a chiedere chiarimenti al ministro Pichetto Fratin.

Dal punto di vista giudiziario, con l’avvertenza che sono ancora in corso le indagini e dunque che chiunque sia coinvolto deve essere considerato innocente, la vicenda si ricostruisce bene dalla lunga nota dei carabinieri forestali di Mestre, che a fine gennaio hanno denunciato quattro persone a piede libero.

La ricostruzione della vicenda

L’avvio coincide con la perquisizione dell’abitazione di un settantasettenne, senza licenza di caccia, nell’autovettura del quale si trovavano centinaia d’uccelli cacciati di recente; i carabinieri hanno trovato un locale abusivo per la lavorazione e la preparazione delle carni (c’erano macchine spiumatrici; tavoli professionali per la macellazione e l’eviscerazione; arnesi da taglio; sacchetti per alimenti; ganci per selvaggina; bilance; frigoriferi e congelatori pieni; uccelli sia spiumati, eviscerati e confezionati sia ancora da spiumare ed eviscerare; munizioni da caccia), e si sono sentiti dire che gli uccelli provenivano da un’azienda faunistico-venatoria vicina.

Nel frattempo è giunto un cacciatore, 46 anni, che intendeva consegnare una cinquantina d’alzavole: i controlli nella sua abituazione hanno fatto emergere un numero di munizioni superiore a quello consentito, e documenti e appunti riconducibili all’attività illecita.

I carabinieri hanno denunciato anche il legale rappresentante dell’azienda faunistico-venatoria, al quale hanno sequestrato tre fucili e oltre 8.500 munizioni detenuti e custoditi in maniera non idonea.

Nel complesso i carabinieri hanno sequestrato il garage con le attrezzature, tre fucili, circa 11.000 munizioni da caccia, telefoni cellulari, agende, appunti e circa 1.400 uccelli, sia già macellati sia ancora da macellare; oltre ad alzavole, germani, fischioni, canapiglie e colombacci, ci sono anche colombelle, oche selvatiche e una moretta tabaccata.

Si ipotizzano, in concorso, i reati di macellazione clandestina, ricettazione, detenzione e vendita di specie non cacciabili, e la violazione della legge 110/75 sulla detenzione e la custodia di armi e munizioni.

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