Sentieri di Caccia n. 9 settembre 2019

Editoriale

Buone notizie

Ci siamo. Una manciata di giorni e si apre il sipario sulla nuova stagione venatoria. Per allora le varie polemiche che sempre precedono l’apertura saranno come vampiri che, all’alba della terza domenica di settembre, si chiuderanno nelle loro bare per uscirne immancabilmente soltanto tra un anno… Una cosa è però certa. Possiamo inaugurare questa nuova stagione di caccia con una buona notizia: la carne non fa male alla salute. A sciogliere l’anatema che, negli ultimi tempi, è stato lanciato contro questo alimento è stata la pubblicazione di un’approfondita ricerca pubblicata sulla rivista scientifica inglese The Lancet.

Il Global Burden of Disease Study analizza i dati sull’alimentazione di 195 Paesi, raccolti tra il 1990 e il 2017, focalizzando l’attenzione sul consumo di 15 varietà di cibo. Lo studio considera attentamente l’impatto complessivo dei diversi nutrienti sulle malattie che dipendono dall’alimentazione, da quelle cardiovascolari, al diabete fino ai tumori. Il dato che emerge è che nelle nazioni (tra cui l’Italia) con un livello socioeconomico più elevato, la mortalità per cause alimentari è legata principalmente all’eccessivo consumo di sodio e all’insufficiente assunzione di cereali integrali, frutta (fresca e secca), semi, vegetali e alimenti ricchi di omega 3 e fibre.

E la carne? Le carni rosse e trasformate sono in coda alla classifica, esattamente al penultimo posto tra i fattori di rischio legati all’alimentazione; ne è sconsigliato il consumo elevato, ma l’ammonimento riguarda praticamente quasi tutti i cibi.

E a proposito della demonizzazione mediatica che ha colpito la carne si è pronunciata anche la nutrizionista Elisabetta Bernardi (carnisostenibili.it), docente all’Università di Bari e ricercatrice all’Università La Sapienza di Roma, con un’esperienza ventennale nella comunicazione scientifica, che ha sottolineato i grandi rischi che si corrono quando si diffondono notizie senza che queste siano supportate da una corretta informazione. Cosa che è successa quando si è abbattuta la bufera mediatica sulla carne, additata come causa di seri problemi per la nostra salute.

“Sono pienamente d’accordo che parte della popolazione italiana consuma un po’ troppa carne – afferma la Bernardi – ma non si deve pensare che se se ne riduce drasticamente il consumo (soprattutto tra i bambini, gli adolescenti oppure tra le donne in gravidanza) non si possa incorrere in gravi carenze nutrizionali.

La carne è, infatti, la fonte migliore di ferro altamente assimilabile e la carenza di ferro è la carenza alimentare più diffusa anche nel mondo occidentale. C’è una ricchezza di ricerca clinica, biochimica e neuropatologica che mostra come la carenza di ferro, in particolare nei bambini e negli adolescenti, possa esercitare un effetto deleterio diretto sull’apprendimento e lo sviluppo cerebrale, e come questo possa verificarsi anche con normali livelli di emoglobina. I nostri fabbisogni nutrizionali non ammettono dubbi. Soprattutto durante la crescita e lo sviluppo alcuni nutrienti della carne sono indispensabili e si può dire con tranquillità che consumare carne, come ogni altro alimento, nelle quantità raccomandate dagli Istituti di ricerca sull’alimentazione, non determina alcun rischio per la salute. Lo studio pubblicato su The Lancet – conclude la nutrizionista – demolisce definitivamente la fake news secondo cui il consumo di carne, soprattutto trasformata, sia pericoloso”.

Tirando le somme, vale ancora una volta il principio che una nutrizione bilanciata non prevede la totale esclusione di alcun alimento. Una dieta corretta li prevede tutti nelle giuste quantità, valutandone anche la frequenza del consumo. Sta per iniziare la nuova stagione di caccia. Portare in tavola la selvaggina cacciata è la prima forma di rispetto per gli animali che ci è concesso di prelevare. Oltre a questo, il corretto consumo della carne dei selvatici che cacciamo (che è carne di qualità) è anche un beneficio per noi stessi e per le persone che siedono al nostro desco. Con il beneplacito della scienza e ricordando sempre che in medio stat virtus.

 Viviana Bertocchi