La Regione Lombardia lavora sulla filiera della carne e firma un protocollo con Una Onlus e due università per valorizzare la selvaggina in tavola.
Studiare, formare, valorizzare, promuovere la selvaggina in tavola. È seguendo queste quattro parole d’ordine che la Regione Lombardia ha firmato un protocollo con Una Onlus e le Università di Milano e di Pollenzo. Con un obiettivo specifico: potenziare la filiera della carne.
Una filiera controllata garantisce maggior sicurezza e, se ben sviluppata, crea un indotto occupazionale da non sottovalutare. È anche per questo che il progetto prevede di coinvolgere alcuni giovani, stimolati ad avviare start-up e attività di impresa nel settore. Cruciale, riconosce l’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi, la partecipazione di partner scientifici: così si riesce più facilmente a diffondere «una nuova cultura anche sotto il profilo alimentare». Peraltro in Lombardia la carne di selvaggina è considerata prodotto del territorio grazie alla legge sugli agriturismi.
Il nuovo protocollo, che amplia il progetto Selvatici e buoni, prevede innanzitutto studi scientifici sulle popolazioni animali, così che sia sempre sotto controllo il rischio di esposizione ad agenti patogeni. In programma poi corsi di formazione e attività di prevenzione sanitaria, valorizzazione del prodotto e promozione del territorio. La formazione coinvolgerà tutti gli operatori della filiera, dal cacciatore al macellatore, dal norcino al ristoratore, pronti a insegnare e a imparare nello stesso momento.