Vincenzo Caputo lascia l’incarico di commissario alla peste suina africana.
Se il governo Meloni deciderà di mantenere intatta la struttura (ma non si vede come non potrebbe né perché non dovrebbe: la situazione è tutt’altro che risolta), sulla targa appesa alla porta del commissario alla peste suina africana cambierà nome per la seconda volta dall’inizio dell’emergenza: Vincenzo Caputo, nominato al posto di Angelo Ferrari circa un anno e mezzo fa, ha deciso di lasciare l’incarico; le dimissioni saranno effettive dal 1° agosto.
Giampiero Carbone de La Stampa ne ha raccolto per primo le dichiarazioni. «Ho deciso io di lasciare l’incarico» gli ha detto Caputo «perché sono già troppo oberato di impegni» professionali; è infatti il direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche, centro di referenza nazionale per la peste suina africana.
L’incarico di commissario «si è rilevato troppo impegnativo»; Caputo si dice comunque convinto di «aver posto le basi per un cantiere che spero in un futuro possa migliorare ancora». Alcune zone del territorio soggetto a restrizioni, «come Alessandria, si sono rivelate un modello nel contenimento; altre devono ancora organizzarsi al meglio».
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