Ci sono degli ottimi motivi per pensare di scegliere un’arma multicalibro. Approfittando di una visita in Merkel, abbiamo messo alla prova una Helix per valutare pregi e difetti di un disegno che può assolvere molte funzioni.
Scegliere un’arma multicalibro, con più set di canne, permette di costituire sistemi molto vari senza occupare posti in licenza. Perché la giurisprudenza italiana è quanto di più elefantiaco e burocratico si possa immaginare, ma esistono realtà che sono addirittura più ostili e impongono limiti severi al possesso delle armi. Anche di quelle da caccia. Questo, insieme ad altri aspetti tecnici, è uno dei motivi che ha portato alla ribalta le armi cosiddette multicalibro.
Alla categoria delle multicalibro appartengono molte delle carabine straight-pull attualmente in commercio. Queste armi vantano un bacino di utenza che spazia dall’appassionato di caccia in braccata al cacciatore di selezione, dal safarista a chi non disdegna qualche uscita in poligono a bucare un bersaglio di carta.
Scegliere un’arma multicalibro è un’idea che paga
Il vantaggio di un’arma multicalibro è quello di consentire l’adeguamento del sistema-arma alla specie insidiata sostituendo un numero ridotto di pezzi: la canna, il caricatore e, quando si passi da un gruppo di calibri a un altro, la testina dell’otturatore. È una procedura più o meno semplice a seconda della carabina, ma sempre rapida e meno costosa rispetto all’acquisto di una seconda carabina in un calibro differente.
Con la recente distribuzione anche in Italia dei prodotti di Chapuis Armes, le straight-pull attualmente sul mercato sono sei: Blaser R8, Browning Maral (che però non consente la conversione di calibro e pertanto non è inclusa in questa analisi), appunto la Chapuis Rols, Merkel Helix, Roessler Titan 16 e Strasser RS 14. Queste armi differiscono per numerosi dettagli, ciascuno dei quali trova oppositori e sostenitori, che però non è mio interesse analizzare in questa occasione.
Dovendo dunque scegliere un’arma multicalibro, nel valutare i pregi e i difetti di un sistema-arma particolarmente flessibile ho utilizzato la Helix che ormai da qualche anno utilizzo come benchmark nei test di ottiche e munizioni. Alla canna in .30-06 S che utilizzo regolarmente ne ho affiancata una in .243 Winchester e una seconda in .300 Winchester Magnum, così da coprire un campo di utilizzo tra il capriolo e i selvatici più coriacei del continente europeo fino a ipotizzare l’impiego su animali africani, caccia grossa esclusa. La scelta è caduta su tre calibri americani per la facilità d’approvvigionarsi il munizionamento.
Tre calibri, tre centri di rosata?
La prima domanda alla quale ho cercato di dare risposta è collegata alla variazione del punto d’impatto utilizzando i tre calibri differenti. Per effettuare il test ho quindi utilizzato la stessa cartuccia nei vari calibri. Perché il test funzioni bisogna infatti scegliere un’arma multicalibro e poi accompagnarci la cartuccia giusta. Ho optato per la KS di RWS, un prodotto contraddistinto da una struttura tradizionale, con nucleo in piombo e mantello in tombacco. Rientra tra le cosiddette palle a frammentazione parziale pur fornendo un importante affungamento all’impatto con il selvatico. Il test è stato effettuato presso il tunnel di tiro di Merkel, a Suhl, dove ho potuto fare affidamento sulle attrezzature tecniche del produttore.
Differenze e variazioni tra i diversi calibri
Le rosate sono state soddisfacenti in tutti i calibri. Il .30-06 S (15 mm) si è rivelato il più preciso rispetto a .243 W (26 mm) e .300 WM (28 mm) pur con la soggettività legata al tiro in appoggio. Siamo tra il mezzo Moa e il Moa, quanto necessario per un’arma a destinazione venatoria.
Dopo aver tarato l’ottica in .30-06 S ho riscontrato una variazione di 100 millimetri verso l’alto in .243 W (nessuna variazione in deriva) e di 130 millimetri verso destra in .300 WM (nessuna variazione verticale). Nel primo caso la differenza è da ascrivere alla traiettoria più tesa del calibro minore. Nel secondo si può invece far riferimento allo spin drift, ossia alla deriva subita dal proiettile a causa della stabilizzazione giroscopica, che genera uno spostamento nella medesima direzione del senso di rotazione del proiettile. Su questo ha certamente influito la presenza di canne di lunghezza differente: 560 millimetri nel caso del .30-06 S, 610 millimetri per il .300 WM. Il passo di rigatura e la massa del proiettile risultano infatti gli stessi (11 pollici, 165 grani).
In termini di velocità, ho riscontrato una variazione compresa tra il 3,5% e il 7,5% rispetto ai dati indicati dal produttore del munizionamento. Questo valore è in linea con la differenza tra la canna effettivamente in uso e quella impiegata per i test a norme CIP.
.243 Winchester, .30-06 Springfield, .300 Winchester Magnum:
la tabella comparativa con un’arma multicalibro
1 La velocità media è stata ricavata da 5 letture effettuate con strumentazione industriale fornita da Merkel.
2 La deviazione standard è un indice di dispersione, cioè una misura indicativa di quanto i valori individuali possano differire dalla media.
3 La rosata è calcolata misurando i centri dei due colpi più lontani sparando a 100 metri in appoggio su rest fornito da Merkel.
4 Dato fornito dal produttore del munizionamento e riferito ad arma azzerata a 100 metri.
Il test è stato effettuato in data 3 settembre 2019 presso il tunnel di tiro di Merkel a Suhl, Germania.
Mantenere l’azzeramento di un’arma multicalibro
Un secondo aspetto che ho ritenuto interessante misurare è lo scostamento dei centri di rosata in virtù dello smontaggio e del successivo rimontaggio della canna. La questione ha un senso laddove si pensi di effettuare la conversione di calibro senza passare dal poligono per verificare l’azzeramento dell’arma. È una pratica che personalmente sconsiglio: anche chi intende scegliere un’arma multicalibro dovrebbe confermare ogni variazione all’assetto con un test a fuoco. Solo così si dà un senso al principio di eticità della caccia.
Per analizzare questo elemento del test è indispensabile una breve digressione sull’architettura delle diverse armi. Per rimanere nel campo delle straight-pull, esistono infatti due grandi gruppi che si differenziano per la posizione della base per il montaggio dell’ottica. Il sistema Blaser, simile a quello Chapuis, prevede l’attacco del cannocchiale direttamente sulla canna; nel secondo gruppo, cui appartengono Merkel, Roessler e Strasser, l’ottica viene montata sul castello e non viene quindi interessata dalle operazioni di conversione di calibro.
Pregi e limiti dei due sistemi sono evidenti a chi voglia scegliere un’arma multicalibro. Nel primo caso, ogni manipolazione non inciderà sull’allineamento tra l’asse della canna e quello dell’ottica, imponendo però l’acquisto di più ottiche oppure l’impiego degli attacchi a sgancio rapido, che peraltro Blaser e Chapuis forniscono. Nel secondo, si può ipotizzare l’impiego di un’unica ottica per più assetti. Diventa però cruciale il funzionamento del sistema di blocco della canna e la ripetitività del bloccaggio. Ebbene, nel caso della Helix abbiamo potuto verificare che, anche smontando e rimontando la canna, il centro di rosata varia molto poco. Nel caso del .30-06 S la variazione media è limitata a 15 millimetri e ha portato la rosata complessiva a 31 millimetri (dai 15 millimetri di partenza), superando di poco il Moa.
E se con le armi multicalibro usassimo un moderatore di suono?
Vietatissimo in Italia, il “silenziatore” – termine improprio per definire un moderatore di suono – trova sempre più applicazioni nel resto d’Europa. Mi sono speso in più occasioni sull’opportunità di un confronto sereno su questo dispositivo ma non è questa l’occasione per riprendere il discorso. Piuttosto, mi interessa evidenziare alcune differenze tra l’uso dell’arma in condizioni standard e con il moderatore installato. Le variazioni che ho preso in considerazione, oltre al disturbo che viene misurato in dB e non rientra nella logica del test, sono puramente balistiche e si riferiscono al punto d’impatto del proiettile e alla sua velocità. La disponibilità di Merkel mi ha permesso di allargare il test e accumulare dati che in Italia non avrei potuto ottenere. Chi vuole scegliere un’arma multicalibro ha così a disposizione un’informazione in più.
Per queste rilevazioni ho inizialmente provveduto a realizzare una nuova rosata in .30-06 S con la medesima configurazione dell’arma. Il risultato è stato leggermente peggiore del precedente (22 millimetri rispetto a 15 millimetri) ma non in misura tale da pregiudicare il senso del ragionamento. In particolare sono risultati più che coerenti i dati rilevati in termini di velocità e deviazione standard.
Il moderatore di suono migliora la balistica ma con vantaggi ininfluenti
Dopo i primi tre colpi ho quindi provveduto a installare il moderatore di suono e a spararne altri tre. Il primo, che in termini tecnici viene definito cold bore shot, ha presentato una deviazione laterale di circa 30 millimetri rispetto al centro della prima rosata. I successivi due hanno visto un’ulteriore differenza in termini di alzo pari a 25 millimetri. Un quarto colpo ha confermato che, una volta che il silenziatore è entrato a regime, è in grado di garantire ottime performance in termini di concentrazione.
Il centro della nuova rosata, che misura 16 millimetri (32 millimetri se vogliamo includere il cold bore shot), è risultato essere spostato di 30 millimetri a destra e 25 millimetri in alto. Non si è registrato quel mitico miglioramento della rosata di cui si parla e che è da attribuire alla maggior confidenza del tiratore con l’arma, con il silenziatore più facilmente domabile anche in termini di rinculo. Parlando con i tecnici del centro esperienze di Merkel, è comunque emerso che la variazione in termini di punto d’impatto è una variabile dipendente dalla cartuccia impiegata. Alcuni caricamenti sono infatti maggiormente sensibili alla differenza. In termini di velocità, la media delle misurazioni evidenzia una piccola differenza. Siamo cioè nell’ordine dei 10 m/s a vantaggio dell’assetto silenziato. In questo caso, pare evidente che la presenza del moderatore migliori la balistica interna ma con vantaggi ininfluenti.
Quanto variano le prestazioni di un’arma multicalibro con l’utilizzo del soppressore di suono?
1 La velocità media è stata ricavata da 5 letture effettuate con strumentazione industriale fornita da Merkel.
2 La deviazione standard è un indice di dispersione, cioè una misura indicativa di quanto i valori individuali possano differire dalla media.
3 La rosata è calcolata misurando i centri dei due colpi più lontani sparando a 100 metri in appoggio su rest fornito da Merkel.
Il test è stato effettuato in data 3 settembre 2019 presso il tunnel di tiro di Merkel a Suhl, Germania.
Scegliere un’arma multicalibro: la morale
Una giornata di prove nel tunnel di Merkel ha confermato il fatto che scegliere un’arma multicalibro e costruire un sistema collegato è operazione senz’altro interessante. Non richiede inoltre competenze particolari e consente di allargare a dismisura il campo d’impiego della propria arma. Ottenendo qualche risparmio.
Il test ha dato indicazioni interessanti sulla variazione del punto d’impatto del proiettile. Ciascun appassionato potrebbe quindi costruirsi una propria tabella balistica evidenziando le variazioni in termini di click da apportare alle torrette dell’ottica per gestire il sistema anche senza passare dal poligono. Mi sento comunque di sconsigliare una pratica del genere in quanto le variazioni tra assetti differenti sono sostanziose e meritano un controllo puntuale prima di scendere sul campo.
L’arma del test: Merkel Helix Speedster OR
L’azione della Helix è una base che consente una molteplicità di variazioni, non solo di calibro. È infatti possibile adottare una calciatura custom oppure l’ultima nata di casa Merkel, la Speedster. È la naturale evoluzione della calciatura thumbhole in chiave straight-pull. Lo SpeedStock, che equipaggia l’ultima versione della carabina Helix, presenta un’impugnatura definita OmegaGrip aperta sulla sua parte superiore. Questa soluzione va a mantenere i pregi della calciatura thumbhole tradizionale accostandoli a quelli di una calciatura tradizionale. La mano forte è quindi libera di raggiungere il manubrio dell’otturatore e di ritornare in posizione senza impedimenti e ostacoli di sorta.
A questa caratteristica, il nuovo calcio ne somma altre che gli conferiscono altre doti di unicità. Realizzato in un polimero ad alta resistenza e in grado di dissipare nel modo migliore l’energia del rinculo, presenta un nasello regolabile in altezza. È un benefit molto apprezzato da chi utilizzi l’ottica. Una volta che sia stata regolata l’altezza ideale del nasello, questa viene memorizzata dal sistema (Memory CheekPiece), con benefici pratici quando si debba smontare l’arma per il trasporto.
Altra novità, il calciolo è facilmente smontabile e sostituibile così da adattare la lunghezza della pala (Lop) alla complessione fisica del cacciatore. La calciatura presenta inserti in gomma morbida a contrasto di colore nelle aree critiche: la pistola, il nasello poggia-guancia e l’astina. Novità 2019 è l’edizione a tiratura limitata Speedster OR con parti gommate di colore arancione ad alta visibilità. Un colore la cui lunghezza d’onda di 590 nanometri lo rende invisibile agli occhi degli ungulati.
Il costo di un’arma multicalibro
Carabina: 2.890 euro (Merkel Helix Explorer Plus), 4.260 euro (Merkel Helix Speedster OR)
Canna: 964 euro canna standard, 1.310 euro canna magnum, da 1.610 a 2.370 euro canne fluted
Caricatore: 161 euro (3 colpi), da 192 a 222 euro (5 colpi)
Testa otturatore: 287 euro
Sito produttore: www.merkel-die-jagd.de
Distributore: www.bignami.it / 0471 803000
Ringrazio Merkel (e il suo importatore italiano, Bignami) per avermi messo a disposizione il tunnel di tiro e i set di canne oggetto del test. Ringrazio inoltre RWS che mi ha abbondantemente rifornito di munizioni per effettuare il rodaggio delle canne e completare tutte le fasi del test.