Dopo una quarantina d’anni l’emergenza sta per terminare: si va verso l’annuncio dell’eradicazione della peste suina africana dalla Sardegna.
Mancano solo un po’ di tempo e alcuni passaggi formali, ma ci s’attende che entro il 2024 si completi il processo d’eradicazione totale della peste suina africana dalla Sardegna. Lo ha detto in conferenza stampa il presidente della Regione Christian Solinas dopo che alla fine della scorsa settimana la Commissione europea ha deciso che almeno per i cinghiali la situazione è finalmente risolta.
Dal 62% della scorsa primavera, il territorio libero da restrizioni sale all’85% del totale: in 330 Comuni non sarà dunque più necessario ricorrere a deroghe per autorizzare la caccia e la movimentazione delle carni. Sotto sorveglianza rimangono dodici comuni della Sardegna centro-orientale, caratterizzati dalla presenza di pascoli bradi dei quali si devono ancora completare registrazioni e controlli; li circonda una zona cuscinetto di 35 Comuni. È inoltre in vigore una serie di restrizioni nel territorio in cui si trova l’allevamento suinicolo di Dorgali (Nu) interessato da un focolaio d’importazione.
In Sardegna la peste suina africana circolava da una quarantina d’anni. «Questo risultato» nota Solinas «assume ancora più rilevanza in un momento in cui ovunque, a livello nazionale ed europeo, [il virus della psa] continua a rappresentare una piaga. La Sardegna ha dimostrato che la battaglia si può vincere».
La svolta arrivò nel 2021, dal confronto con la Commissione europea dopo il quale la Regione potenziò i sistemi di sorveglianza sanitaria e gli strumenti di condivisone delle informazioni con il governo. Per continuare a mantenere efficaci i servizi veterinari, la giunta regionale ha deciso di stanziare 2.437.000 euro per il 2023 e il 2024 e 1.950.000 per il 2025.
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