Soluzioni meccaniche di prim’ordine e un’architettura che guarda al passato ma fa tesoro degli sviluppi tecnologici maturati negli ultimi venti anni vanno a definire la carabina Sabatti SKL-20. La nuova declinazione del tema Kipplauf da parte del produttore gardonese.
Non rappresenta la più comune interpretazione del genio italiano e, in effetti, è noto anche alle nostre latitudini con il nome che gli ha imposto la lingua tedesca: Kipplauf. Si tratta della carabina monocanna basculante che tante pagine di storia venatoria ha scritto nel mondo della Mitteleuropa. Un’arma concettualmente semplice che ha dalla sua una discreta facilità produttiva, ingombri e masse contenuti, ottime doti di precisione che ne fanno uno strumento ideale per la caccia alpina. E, in effetti, a questo ambito è stato per lo più relegato negli ultimi decenni. Ma – complice la comparsa di modelli iconici che hanno rivoluzionato la percezione degli appassionati – si registra una sua sempre maggiore diffusione tra i cacciatori appenninici. E, più in generale, tra quelli amanti delle belle realizzazioni formali. La risposta a questa richiesta è la Sabatti SKL-20.
Spinto da una domanda sempre stabile da parte dei cacciatori centroeuropei e del nord, Sabatti ha proposto la propria versione già nel 1998. Il modello si chiamava SKL-98 e ha avuto un buon successo di vendite. L’esperienza maturata con quell’arma e il confronto continuo con chi l’ha portata a caccia hanno fornito a Emanuele Sabatti, amministratore e anima dell’azienda, materiale per svilupparne una nuova versione. Quest’evoluzione incorpora sia i miglioramenti tecnologici sviluppati negli ultimi due decenni sia alcune intuizioni che intendono donare al nuovo basculante una robustezza e una precisione che non teme confronti.
Nuovo disegno, nuove tecnologie
Emanuele Sabatti ha da un lato adottato le canne Mrr multiradiali che si fanno apprezzare nel tiro di precisione, sportivo e venatorio che sia; dall’altro ha sviluppato un sistema connotato da estrema rigidità e alcune scelte finalizzate al contenimento della dispersione delle rosate. Il nuovo Sabatti SKL-20 adotta ora un blocchetto oscillante Jäger in acciaio ad alta resistenza che completa la chiusura e conferisce solidità all’insieme. La chiusura propriamente detta è operata da due rebbi conici che si inseriscono direttamente nel manicotto, in posizione superiore.
La loro configurazione permette il recupero automatico del gioco. Sabatti ha quindi abbandonato lo schema classico con la chiusura sul tassello inferiore, mutuata dal sistema Holland & Holland, per proporre qualcosa in definitiva più semplice da realizzare e funzionale allo sforzo del cacciatore. Oltre che più resistente. Lo SKL-20 è infatti pensato per camerare le consuete cartucce rimmed associate alla sua storia ma pure calibri rimless molto prestanti quali il .300 WM che sarà disponibile in autunno insieme ad altri meno comuni su questa tipologia d’arma.
Davvero flottante
Il manicotto presenta inoltre uno sviluppo dimensionale accentuato così da contribuire anch’esso alla solidità dell’insieme. Questo blocco ha il pregio di creare una simmetria tra l’asse della canna, il suo perno di rotazione e la chiusura alta così da ridurne la flessione mentre il proiettile è in canna, condizione che spesso nei monocanna porta allo sviluppo di rosate disperse sull’asse verticale.
La maggiore estensione del monoblocco permette inoltre di bloccare l’astina allo stesso anziché alla canna facendo sì che questa sia realmente flottante e non subisca alcuna interferenza quando, per esempio, si spari in appoggio. Sembra un dettaglio di scarsa importanza ma si tratta di una miglioria in grado di esaltare la precisione. Per inciso, la bascula è realizzata dal pieno per fresatura da una barra di Ergal 55, la lega di alluminio contraddistinta da un’ottima resistenza meccanica.
Scuola mitteleuropea, interpretazione italiana
Tra le altre caratteristiche che sono andate a migliorare lo SKL-20 rispetto al precedente modello è il sistema di armamento manuale, anch’esso di scuola mitteleuropea, che da molti autori è considerato il sistema di sicurezza più affidabile sul mercato. Per rendere l’azione di armamento fluida senza che debba richiedere uno sforzo eccessivo per essere attuata, è stato previsto un meccanismo complesso che si basa su una cremagliera accoppiata a un ingranaggio. L’armamento del percussore è molto silenzioso così come il disarmo qualora il cacciatore non proceda con l’esplosione del colpo.
Nella parte inferiore della bascula sono collocate le leve dello scatto che promette un peso di sgancio regolato in azienda tra i 1.000 e i 1.200 grammi, perfettamente compatibile con l’impiego venatorio. Il grilletto presenta la configurazione cosiddetta bilanciata degli scatti Sabatti di ultima generazione. Sulla parte superiore della bascula è invece applicata una scina europea da 11 millimetri che permette l’applicazione di una slitta, di attacchi dedicati o, come nel nostro caso, di un sistema a sgancio rapido. L’ampia offerta commerciale lascia solo l’imbarazzo della scelta.
Ampia scelta di calibri
Tornando a parlare della canna, si rileva una lunghezza di 610 mm e la presenza della volata filettata (M14x1) coperta da un apposito tappo copri-filetto ben realizzato. È rotomartellata, prodotta internamente in Sabatti che – come è noto – è un ottimo produttore di componenti anche per conto terzi. L’arma è destinata a montare un’ottica di puntamento ma non mancano le mire metalliche, con mirino fisso e tacca registrabile in alzo e deriva. Il passo di rigatura è pari a 1:9,5” nell’8×57 Jrs utilizzato nel corso della prova ma varia in funzione del calibro prescelto.
Attualmente sono disponibili anche i calibri 6,5×57 R, 6,5×65 R, 7×57 R, 7×65 R, 9,3×74 R e, abbandonando il campo dei bossoli con collarino, il .270 W e il 30-06 S. Altri sono previsti – incluso il .300 WM di cui ho scritto – e l’assortimento varierà in base alle richieste del mercato che Sabatti, grazie alla propria flessibilità, può assecondare con notevole tempismo.
Marchio di fabbrica
La rigatura, come scritto, è del tipo multiradiale; abbandona gli intagli della rigatura classica, supera pregi e difetti della poligonale per sviluppare una serie di corrugamenti di raggio differente che si alternano per tutta la lunghezza della canna. Il movimento rotatorio viene impresso al proiettile non incidendolo ma semplicemente deformandolo. Questa caratteristica favorisce la corretta stabilizzazione dell’ogiva e, come graditi effetti collaterali, porta un incremento di precisione e velocità (oltre a un leggero incremento della pressione, ma sempre nei limiti imposti dal Cip) anche con munizionamento commerciale.
La rigatura multiradiale è una scelta che evidenzia come la SKL-20 porti con sé molte aspettative da parte del produttore e si proponga al pubblico come un prodotto di gamma alta.
La dotazione dei legni è coerente con la destinazione dell’arma e prevede un buon legno di noce lucidato a olio, con uno zigrino gradevolmente grippante localizzato sulla bella pistola e sull’astina. La pala del calcio è di tipo Montecarlo (o, secondo le varie definizioni, a dorso di cinghiale o a schiena d’asino) ma è disponibile anche in configurazione diritta, più tradizionale. In ogni caso manca il poggiaguancia. L’astina, come detto applicata a un supporto collegato al blocchetto e non alla canna, dispone di uno sgancio a pulsante anteriore, molto semplice da attuare.
La prova in poligono
Il test è stato effettuato nel tunnel del produttore che dispone di linea di tiro a 50 metri. Distanza peraltro alla quale vengono certificate le rosate. Ho utilizzato munizionamento commerciale Norma di due lotti differenti, con palla Alaska, ottenendo risultati sovrapponibili con rosate di circa 10 millimetri (due terzi di Moa). Non stento a credere che si possa fare anche di meglio in altre condizioni e con altro munizionamento.
Del Sabatti SKL-20 ho innanzitutto apprezzato lo scatto diretto, molto prevedibile, pulito senza precorsa o collasso di retroscatto. La pressione di sgancio è risultata molto costante tra un colpo e il successivo. La leva di armamento manuale del percussore si è dimostrata estremamente funzionale e silenziosa, confermando le promesse anche per quanto riguarda la modestia dello sforzo necessario per il suo funzionamento. Anche l’operazione inversa si è rivelata efficace.
L’estetica dell’arma ricalca con una certa originalità quelli che sono gli stilemi tipici del sistema. L’impiego congiunto di metalli tecnologici come l’Ergal e tradizionali produce un’arma leggera, robusta, con un ottimo bilanciamento. Oltre a garantire rosate più chiuse, la rigatura Mrr permette di esaltare la velocità del proiettile che, in questo caso, è coerente con quanto dichiarato dal produttore.
Le scelte ingegneristiche adottate fanno del nuovo monocanna basculante Sabatti SKL-20 uno strumento che riesce a combinare efficacemente tecnologia e tradizione.
Scheda tecnica della carabina Sabatti SKL-20
Produttore: Sabatti Armi
Modello: SKL-20
Tipo: monocanna basculante
Calibro: 8×57 Jrs
Lunghezza canna: 610 mm
Lunghezza totale: 1.044 mm
Organi di mira: tacca regolabile, mirino fisso
Caricatore: assente
Sicure: armamento manuale del percussore
Materiali: legno, Ergal 55, acciaio
Finiture: parti metalliche anodizzate e brunite, legni lucidati a olio
Peso: 2.600 g
Prezzo: da 2.037 euro
Sito produttore
Il test completo è pubblicato su Caccia Magazine di settembre, in edicola dal 14 agosto 2021.
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