L’emendamento sulle sanzioni per l’ostacolo alla caccia e al controllo faunistico diventa soltanto un ordine del giorno.
La definizione tecnica è «ritirato e trasformato in ordine del giorno», ossia in un provvedimento che impegna politicamente il governo senza però essere esecutivo: salvo sorprese, la legge di conversione del decreto agricoltura non conterrà l’emendamento con sanzioni specifiche per l’ostacolo alla caccia e al controllo faunistico.
Le senatrici Vita Maria Nocco e Anna Maria Fallucchi (Fratelli d’Italia) avevano proposto di modificare la legge 157/92 introducendo un’ammenda da 1.032 a 6.197 euro per chiunque «impedisca, ostacoli o rallenti» la caccia; stessa somma per il sabotaggio del controllo faunistico, con l’aggiunta dell’arresto da sei mesi a un anno.
Si proponeva inoltre di raddoppiare la pena in caso di violenza o minacce, se il colpevole avesse utilizzato armi o agito all’interno di un’area protetta, o ancora se il controllo faunistico avesse avuto come oggetto specie aliene o da rimuovere per ragioni igienico-sanitarie.
Per conoscere ogni dettaglio bisognerà attendere il testo che uscirà dalla nona commissione del Senato; ma al momento questo riferimento salta, così come salta la possibilità di istituire aziende faunistico-venatorie organizzate in forma di impresa individuale o collettiva.
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