Per Face la strategia per il ripristino degli habitat in Europa deve svilupparsi su due livelli paralleli.
Al netto di ritardi sempre possibili, nel corso di questa settimana la Commissione von der Leyen presenterà la propria proposta su piani e obiettivi per il ripristino degli habitat in Europa; per la Face si tratta di uno step cruciale all’interno di quanto previsto dalla strategia per la biodiversità 2030.
La Face ritiene opportuno sviluppare un progetto a due velocità: mentre si coinvolgono i singoli Stati nella definizione di una strategia più ampia declinata poi in piani nazionali di ripristino, è opportuno farsi da subito carico di impegni specifici su certi tipi di habitat ed ecosistemi in un quadro che definisca chiaramente obiettivi e governance; i due progetti devono procedere in parallelo, ma il secondo produrrà risultati in tempi più brevi. È il modo migliore, o forse l’unico, per migliorare i risultati del passato; non si è infatti raggiunto l’obiettivo di ripristinare entro il 2020 almeno il 15% degli ecosistemi degradati.
Nel nuovo piano bisogna dare priorità a torbiere, ambienti umidi, agroecosistemi e foreste; nella pianificazione iniziale devono inoltre essere coinvolte autorità locali, cacciatori, agricoltori, proprietari terrieri, ambientalisti e tutte le altre categorie chiave nell’esecuzione delle misure di conservazione ambientale; non c’è invece bisogno di concentrarsi sulla protezione delle specie, già coperta dalle leggi europee. Per Torbjörn Larsson, presidente Face, la nuova proposta deve «incentivare il contributo dei cacciatori nella conservazione della natura».
Non perdere le ultime notizie di caccia e tutti i test di ottiche, armi e munizioni sul portale web di Caccia Magazine.