Una riforma della legge sulla caccia richiede che se ne indaghino gli eventuali limiti, soprattutto in tema di ungulati. È quando chiedono 20 senatori del Pd con un’interrogazione al governo.
Se si vuol giungere a un’efficace riforma della legge sulla caccia, prima di tutto bisogna capire quale sia la sua efficacia e quali i suoi limiti. A livello nazionale e regionale. Bisogna pertanto che il governo riattivi le procedure previste dalla 157/92 per verificare approfonditamente la sua applicazione. Lo richiedono 20 senatori del Pd con un’interrogazione, primo firmatario Taricco, rivolta ai ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente.
Prima di agire bisogna capire, visto che negli ultimi decenni il territorio italiano è profondamente cambiato. La legge, in vigore da quasi tre decenni, rischia di non essere più in linea con i tempi. Soprattutto per il poco che tratta di ungulati: l’incremento di aree forestate e protette, l’abbandono di alcune zone agricole e una diversa presenza antropica sono tra le cause del loro incremento, si legge nell’interrogazione.
Nell’atto, i parlamentari di maggioranza citano anche la carta d’identità degli ungulati curata da Ispra, Legambiente, Federcaccia, Arcicaccia e Anuu.