L’Arcicaccia contesta l’elenco dei componenti del comitato faunistico-venatorio nazionale, da cui è rimasta esclusa.
Non le basta l’eventuale rotazione biennale, e dunque «per far valere i propri diritti procederà nelle sedi opportune», formula convenzionale per dire che presenterà ricorso: viste le posizioni assunte nel corso della primavera era preventivabilissimo che l’Arcicaccia non accogliesse passivamente il decreto con cui il ministro dell’Agricoltura ha ufficializzato l’elenco dei componenti del comitato faunistico-venatorio nazionale (i rappresentanti delle Regioni sono tre, non due come s’era appreso scorrendo la prima versione).
Le associazioni venatorie designate sono tre, Federcaccia, Libera Caccia ed Enalcaccia, rappresentate dai presidenti nazionali Massimo Buconi, Paolo Sparvoli e Lamberto Cardia. Oltre all’Arcicaccia restano dunque fuori Anuu-migratoristi, Eps e Italcaccia; ma nel 1992 s’era previsto che fosse presente «ogni associazione venatoria riconosciuta». Le tre rappresentate nel comitato faunistico-venatorio sono peraltro tutte espressione della cabina di regia; è uno dei passaggi che insieme all’esclusione l’Arcicaccia contesta, visto che non ne non fa più parte e «non le ha delegato la propria rappresentanza».
L’Arcicaccia si dice convinta che i luoghi di confronto istituzionale «siano fondamentali»; ma «una partenza azzoppata da un’impostazione che non ha nulla di tecnicamente significativo e di politicamente apprezzabile non porterà nulla di buono al futuro della caccia».
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