I grammi di piombo numero 5 sono la base della ricarica per cartuccia 36 magnum con la quale insidiare selvaggina di pregio.
La ricarica per cartuccia 36 magnum che andiamo ad analizzare ci fa venire in mente una pubblicità del tempo in cui eravamo ragazzini. Definiva infatti un famoso ciclomotore cinquantino “per polsi caldi”, intendendo che probabilmente non tutti erano in grado di dominare l’esuberanza del pur piccolo motore. Orbene, vi troviamo diverse analogie anche se in presenza di tempi e materiali completamente diversi.
Innanzitutto il calibro piccolo, il 36 magnum oramai comunemente denominato .410; in seconda battuta le potenzialità, di tutto rispetto. Già, perché ritenere che il .410 sia da considerare appannaggio soltanto di tiri a fermo verso esili selvatici oramai è un retaggio del passato. Ma quanti di voi, quando devono scegliere l’arma con cui andare a caccia, rivolgono lo sguardo in prima battuta al piccolo fucile in rastrelliera? A parte qualcuno che ha fatto del .410 una ragione di vita o quasi, per molti si tratta di una possibilità venatoria, non certamente di un’assoluta preferenza. Con questo assetto vogliamo ingolosirvi e farvi capire che, con le dovute cautele e limiti imposti dalla logica ancor prima che dalla balistica, il calibro .410 può regalare grandi soddisfazioni.
Ricarica per cartuccia 36 magnum: bossolo e innesco Fiocchi
Ça va sans dire, riporremo le nostre preziose cartucce nella scatolina proporzionata al calibro realizzata dalla Siarm. L’ingombro è minimo e la possibilità di annotare i dati impagabile. Naturalmente il nostro è un suggerimento, ma negli anni ci siamo trovati bene così.
Il bossolo è un Fiocchi da 76 millimetri di altezza (calibro 36 magnum), di colore verde tenue. Nello specifico era già prestampato con la numerazione del piombo e l’assetto è stato ovviamente effettuato con la stessa numerazione. Ciò non toglie che si possano aggiungere a piacimento scritte, immagini o diciture.
Il fondello è ottonato tipo 3, da 16 millimetri di altezza e appare necessario per garantire una certa proporzione all’insieme della cartuccia. L’innesco è un Fiocchi 615, caratterizzato dal corpo ramato e dalla vernice protettiva copri foro di vampa di colore rosso. L’innesco si colloca a circa metà strada nella scala di potenza degli inneschi della casa lecchese.
Ricarica per cartuccia 36 magnum: un bel po’ di Baschieri & Pellagri
La polvere che abbiamo utilizzato è decisamente nuova nel campo della ricarica casalinga. Si tratta infatti della BP03, una delle ultime nate nella famiglia BP della Baschieri & Pellagri. Due cenni storici per completezza: la BP03 nasce nel 2017 per completare la serie di polveri B&P preesistenti, destinate alla ricarica del munizionamento metallico. È una doppia base con una modesta percentuale di nitroglicerina e con un’accentuata lentezza combustiva, studiata per i calibri importanti da pistola. Dal punto di vista estetico si presenta come una Ball Powder con granulometria sferoidale mista finissima (0,2-0,6 mm). Possiede una densità gravimetrica molto elevata, di circa 959 grammi/L, e occupa pochissimo spazio nel bossolo del calibro .410. La dose che abbiamo scelto per la nostra dispersante è di 1,10 grammi. Il lotto della polvere utilizzato è il 17002 dell’11/1/2018.
Per il borraggio ci siamo rivolti come di consueto al ricco catalogo della Baschieri & Pellagri, che dispone di numerose soluzioni per ogni esigenza. Nello specifico, abbiamo impiegato la borra Baby 410 Max di altezza 35 millimetri, di colore blu e con contenitore a frattura programmata (due parti simmetriche unite da un punto di plastica).
Una ricarica per cartuccia 36 magnum per la selvaggina di pregio
La dose di pallini che abbiamo caricato è standard per il calibro .410: 18 grammi di piombo ramato di ottima qualità. Avendo tutto sommato pochi grammi a disposizione, non lesiniamo sulla qualità della componentistica; se dobbiamo affidare le nostre chance di riuscita a un prodotto impegnativo, quantomeno che sia costruito con tutti i crismi. Basta guardare i pallini per verificare visivamente la loro qualità in fatto di uniformità, dimensioni e regolarità-lucentezza.
Il diametro del piombo ramato è il 5 (2,9 millimetri di diametro); un valore che ben si sposa con le pretese venatorie della cartuccia, alla quale non vogliamo precludere selvaggina di pregio o comunque robusta e pennuta.
La cartuccia viene poi chiusa a orlo tondo con un dischetto di plastica frangibile, appositamente creato per il calibro .410 dall’armeria Do’ Monaco. Vi lasciamo la scelta di quale dischetto impiegare, dal momento che ne vengono prodotti in tre colori diversi: trasparente, giallo e verde. L’altezza finale della cartuccia si assesta a 71,83 millimetri, per un peso totale di 24,43 grammi (media di dieci distinte misurazioni).
I dati di banco, ottenuti secondo norme CIP (canna cilindrica da 70 centimetri, cartucce climatizzate a 20 °C e 60 % umidità relativa) sono 830 bar di pressione, una V2,5 di 380 m/s e un tempo di canna di 2.820 msec.
Rosate soddisfacenti con la ricarica per cartuccia 36 magnum
Come di consueto ci siamo avvalsi della gentilissima cooperazione della famiglia Matteoni, che gestisce l’impianto di tiro a volo di Pisa. Le prime verifiche sulla rosata sono state effettuate a 23 metri con l’utilizzo del nuovo semiautomatico calibro .410 marca Armsan, modello A6 36, munito di canna di 71 centimetri di lunghezza e strozzatore Gemini interno/esterno (+ 2 centimetri) 3 stelle. Poi abbiamo cambiato strozzatore, inserendo quello full (una stella, in realtà sono circa 6/10 nel calibro 36) e sparando a 28 metri.
L’analisi delle rosate ci ha lasciati del tutto soddisfatti; alla distanza più breve considerata, i pallini si distribuiscono in modo efficace nel cerchio di riferimento (75 centimetri di diametro). Alla massima distanza e con lo strozzatore full i pallini ingaggiano una superficie veramente stretta e performante. Certo, per riuscire con il calibro .410 ci vuole anche una buona dose di manico, ma questo lo si sapeva già. La cartuccia alla spalla si rivela morbida e gradevole da sparare e diventa un piacere fare pratica con questo assetto che si rivela peraltro piuttosto efficace. Le deviazioni standard in fase di bancatura si sono rivelate bassissime, altro indice di un assetto centrato o, come dicono i ricaricatori, di cartuccia in dose.
Dove la spariamo? Un fagiano, una starna come prima canna, ma anche una validissima seconda canna per molte specie. Azzardiamo un selvatico che non vi è ancora venuto in mente? Corvidi da appostamento, quando la tesa è ben fatta, il mimetismo perfetto e gli animali arrivano a distanze ragionevoli. Non siete ancora soddisfatti? Colombacci in tesa o columbidi nelle operazioni di contenimento. Noi abbiamo sparato l’assetto appena descritto in numerose situazioni appena descritte, sempre con ottimi risultati; abbattimenti precisi e netti. Sempre sparando con la testa e non cercando il tiro impossibile.
Ricordatevi, come prassi, di passare sempre e comunque da un Banco di prova autorizzato per verificare il vostro assetto; la sicurezza innanzitutto.
Ricarica per cartuccia 36 magnum: la photogallery
Ricarica per cartuccia 36 magnum: la scheda tecnica
Bossolo: Fiocchi 36/76 con fondello tipo 3 (16 mm) ottonato, di colore verde chiaro
Innesco: Fiocchi 615
Polvere: B&P BP03 in dose di 1,10 grammi
Borra: Baschieri & Pellagri Baby 410 Max di altezza 35 mm
Pallini: 18 grammi di piombo ramato numero 5 (diametro 2,9 mm)
Chiusura: orlo tondo con dischetto Do’ Monaco in plastica frangibile (calibro .410)
Altezza cartuccia finita: 71,83 mm
Peso cartuccia finita: 24,43 grammi
Pressione: 830 bar
V2,5: 380 m/s
Tempo di canna: 2.820 ms
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