Abbiamo scelto di provare il fucile semiautomatico Retay Masai Mara Bottomland Green calibro 12, importato dalla Turchia da Ra Sport.
Chi comincia a leggere questa recensione, che segue la prova del Retay Masai Mara Bottomland Green, potrebbe porsi subito una domanda chiara. C’era bisogno di un ulteriore semiautomatico? Il mercato italiano, stante una certa stagnazione del settore, complice anche la precedente stagione di caccia che non passerà alla storia per le meraviglie del passo e della migrazione, indurrebbe a fornire una risposta negativa. Tuttavia Ra Sport importa e distribuisce i fucili Retay che rappresentano una novità in ingresso nel nostro Paese e che trovano assolutamente ragione di essere, in virtù anche un buon riscontro sul mercato statunitense. Partiamo da due notizie sulla ditta Retay: fondata nel 2006, si è proposta sin da subito per diventare il punto di riferimento dell’industria armiera turca, al punto che sul sito compare la frase: “the dreams are coming true, i sogni stanno diventando realtà”.
Abbiamo avuto modo di vedere e prendere in mano il Masai Mara alle fiere di settore e non appena possibile non ci siamo fatti scappare l’occasione di testarlo di persona. Il nome del modello, Masai Mara, richiama immediatamente l’Africa e l’omonima riserva faunistica situata nella parte sudoccidentale del Kenya.
La gamma è decisamente articolata, dal momento che, oltre al modello della prova, comprende anche il Dark Black, il Bronze Pure, il Bronze Light, il Comfort, l’Adventure, il Grey Light, il Greycon, il Silver, il Jetlight Sport, il Camo Realtree Max-5 e il Warden Tactical Slug. C’è un fucile per tutti i gusti e per ogni attitudine.
Retay Masai Mara Bottomland Green: l’ispirazione e le variazioni
La linea del Retay Masai Mara Bottomland Green ricorda moltissimo quella di un noto semiautomatico italiano. Non v’è dubbio infatti che l’ispirazione è stata presa da Benelli. La linea del fucile è snella e filante sia nella parte metallica della bascula sia nella calciatura.
Qualche differenza ovviamente la si riscontra dal punto di vista estetico. Per esempio, la linea di demarcazione subito dietro la finestra di scorrimento del tiretto dell’otturatore riesce a muovere la superficie, dividendo la bascula in due porzioni. In quella anteriore destra compare il nome del modello “Masai Mara”, mentre in quella anteriore sinistra spicca la scritta “Retay Arms – Turkey”.
Sulla parte destra si trova anche un simbolo identificativo del modello. Guardando il fucile sembra di vedere la presenza di un fodero, nella parte alta del castello. In realtà è soltanto un’impressione visiva. La canna si prolunga infatti all’indietro, lasciando lo spazio per la finestra di scorrimento dell’otturatore, e si va a innestare con un puntone sporgente sulla parte posteriore del castello, con una linea curva. Dal punto di vista estetico non è male, quantomeno un poco differente da quanto visto sinora.
Nella scheda del Masai Mara si legge che l’upper receiver (immaginiamo sia il prolungamento della canna di cui sopra) è realizzato in acciaio Boehler fresato, mentre il lower receiver, il resto della bascula, è realizzato in lega di alluminio. La finitura della bascula è color verde oliva grazie al Cerakote, che si estende anche alla canna e alla bindella. Il trattamento Cerakote è uno dei sistemi di recente introduzione nel campo armiero per proteggere maggiormente le parti del fucile soggette a usura o a maggior contatto. La finitura conferisce anche il nome all’arma, unitamente al rivestimento camouflage Bottomland Green presente sulla calciatura e sull’astina.
Retay Masai Mara Bottomland Green: comandi utili a caccia
Il ponticello, dalla forma piacevolmente affusolata verso l’anteriore, è in tecnopolimero e consente un ingresso agevole del dito deputato allo sparo, fosse anche nel periodo invernale, quando i cacciatori trovano riparo dal freddo con un paio di guanti. Il grilletto è ben conformato e facilmente raggiungibile. Il pulsante della sicura è di foggia rotonda e situato nella parte posteriore del ponticello, in posizione classica e recante un inserto rosso di arma pronta allo sparo. Sul lato destro una levetta triangolare funge da cut-off con avvisatore di cane armato.
Più particolare il tiretto di armamento e il pulsante di sgancio otturatore, che risultano di dimensioni maggiorate. Il pulsante di sgancio otturatore, in alluminio zigrinato, riporta il nome aziendale, mentre il tiretto ha una forma particolare; una specie di clessidra senza zigrinature di sorta ma che risulta comodo nell’uso. Per dimensioni e forma, entrambi i comandi presentano forti analogie con quelli dei fucili destinati alle competizioni di tiro dinamico ma risultano utili anche nella caccia, specialmente quando si opera in velocità o fa freddo. Tra l’altro la levetta di chiusura otturatore serve anche come leva discesa cartucce.
Retay Masai Mara Bottomland Green: un camouflage che va con tutto
Se si rovescia il fucile si può osservare la finestra di alimentazione, dotata di un elevatore in acciaio inox fessurato rifinito piuttosto bene. Lo spazio per il caricamento delle cartucce è buono e l’operazione è agevole. Buona la resistenza offerta dalla molla del tubo serbatoio durante il caricamento. Apprezzabile il colore rosso del tappo serbatoio, ben evidente e che rappresenta un richiamo alla sicurezza durante l’utilizzo. Permette infatti vedere con certezza quando il fucile è completamente scarico nel serbatoio. Attenzione però a eventuali cartucce ancora presenti in camera di scoppio.
La calciatura è in ABS ricoperto da un rivestimento camouflage Bottomland Green, un camouflage che va con tutto. Buono per la caccia in bosco, buono per l’appostamento, buono per le anatre. Non è il mio preferito, ma durante la prova ho avuto modo di ricredermi.
L’impugnatura è a pistola, soluzione piuttosto scontata per un semiautomatico moderno; si rivela comoda e salda nella presa. Lo zigrino, visibile con una seconda occhiata causa il colore del camouflage, è composto da una serie di linee parallele. È una soluzione semplice ma affidabile. Da verificare soltanto sotto l’acqua e la pioggia battente.
Uno sguardo più profondo al Retay Masai Mara Bottomland Green
L’astina del Retay Masai Mara Bottomland Green è sottile e sfuggente. Inizia con una parte molto sottile nei pressi della bascula, per poi spanciare dirigendosi verso l’alto in una sorta di simbolico abbraccio della canna e infine rastremandosi ancora verso la parte finale. Il cappellotto di chiusura ha una forma a campana appuntita. È munito di una pratica godronatura per una più agevole manovrabilità sul campo e reca in testa l’asola portacinghia anteriore. Quella posteriore è incorporata nella pala del calcio e sporge appena dal calcio stesso. Sono presenti le piastrine per la regolazione di piega e vantaggio. La lop complessiva è di 365 millimetri, una scelta che contribuisce alla facilità di imbracciata senza compromettere la precisione. Le misure dell’arma settate di fabbrica sono 55 (modificabile in 45-50-60) e 37 millimetri.
Interessante il calciolo; presenta uno spessore di circa 2,5 centimetri ed è realizzato in poliuretano microcell. L’aspetto più significativo è che si presenta smussato nella parte più alta (quella verso il viso, per intenderci), sagomato in modo tale da non impigliarsi nella salita rapida alla spalla durante l’imbracciatura. In più è zigrinato, con due zigrinature differenti nelle due metà verticali, per mantenere un contatto saldo con la spalla del cacciatore. Sulla coccia viene riportato inciso ancora una volta il nome del costruttore. La capacità dell’arma è limitata di legge a due colpi nel serbatoio.
Retay Masai Mara Bottomland Green: la fotogallery
Retay Masai Mara Bottomland Green: per una buona rosata
Della canna, denominata Marabore barrel, abbiamo già accennato la fisionomia esterna. È realizzata in acciaio Bohler Antinit, come riportato da Retay. Premesso che dovrebbe trattarsi del Boehler Antinit (piccolo errore di scrittura?), utilizzato sovente da case prestigiose per fucili di pregio, è un acciaio raffinato, ricco di cromo e praticamente inossidabile. Certamente un punto a favore del Retay Masai Mara Bottomland Green.
Dal punto di vista balistico, il Masai Mara può disporre di una camera di scoppio da 3” o da 3,5” (magnum o super magnum); il fucile in prova è la versione da 3”. La canna da 30” o 76 centimetri di lunghezza, ma disponibile anche nella versione da 71 centimetri, è equipaggiata con gli strozzatori intercambiabili MaraPro Chokes. Questi ultimi sono lunghi circa 7 centimetri, del tipo interno. Ne sono forniti cinque, negli usuali valori che soddisfano completamente ogni esigenza del cacciatore (skeet, improved cylinder, modified, improved modified e full). Molto ben fatta la chiave per il serraggio e lo smontaggio degli strozzatori; in metallo, è dotata anche di pulisci filetti e dispone di un comodo traversino per l’azionamento.
La canna è munita di una bindella ventilata da 8 millimetri a ponticelli larghi, ne abbiamo contati sette sulla canna in prova, e rabescata antiriflesso; termina con un mirino in fibra ottica di colore rosso della TruGlo. Il mirino è di buone dimensioni e crediamo anche ben visibile nelle zone d’ombra o con poca luce ambientale. Naturalmente la canna può sparare pallini in acciaio, con i dovuti strozzatori. La geometria interna della canna parla di un cono di forzamento di circa 6,35 centimetri, seguito da una zona cilindrica di 18,85 millimetri. È, in poche parole, una geometria overbored che dovrebbe garantire una buona distribuzione e un buon pattern di pallini, unitamente a una minor sensazione di rinculo percepito.
Per agire sullo scatto del Retay Masai Mara Bottomland Green
Prima di accennare qualche cosa sul cinematismo, appare doveroso citare un’altra feature del Masai Mara. Con un semplice movimento è infatti possibile rimuovere l’intero gruppo di scatto. È sufficiente – a cane armato – premere il piccolo pulsante rotondo e zigrinato situato alla base del ponticello (lato destro) e tirare verso il basso: il gioco è fatto. Per rimontare il tutto, è sufficiente inserire il gruppo scatto nel suo alloggiamento, avendo cura di premere anche il pulsante di rilascio otturatore per impedire qualsiasi ostacolo dovuto alla leva discesa cartucce. È un’operazione semplice e veloce, da compiere rigorosamente con il fucile scarico e che pone una riflessione.
Nelle mani esperte è una prerogativa utilissima, che permette non soltanto un’accurata pulizia dell’arma (peraltro già ampiamente disponibile, vista la particolare conformazione del castello), ma anche di apprezzare la meccanica e, perché no, risolvere eventuali piccoli problemi derivanti dall’uso quotidiano. Nelle mani meno esperte anche no, visto che lo smanettare sul sistema di scatto con perizia e cognizione di causa non è proprio per tutti. Comunque ognuno di noi si saprà regolare di conseguenza. Resta il fatto che l’operazione di smontaggio rapido del gruppo di scatto talvolta non è presente neppure su fucili di ben altra classe e rango. In ultimo, da non sottovalutare la possibilità di rendere completamente inoffensiva l’arma, una volta arrivati a casa, togliendo il pacchetto di scatto. Di questi tempi non è male.
Il funzionamento del Retay Masai Mara Bottomland Green
Per la modalità del funzionamento semiautomatico ci si deve rifare al nome “inertia system with inertia plus rotating bolt”. Altro non significa che il classicissimo funzionamento inerziale con testina rotante dotata di alette che si impegnano nelle mortise del prolungamento di canna. Il funzionamento appare veloce e preciso, indice di un raggiunto equilibrio anche al di fuori dei confini italici. Da sempre il funzionamento inerziale, come per il funzionamento a recupero o sottrazione di gas, trova detrattori ed estimatori, ma la velocità e l’assenza di gas che vanno a giro per la meccanica sono due dati inconfutabili.
L’otturatore presenta una finitura brunita del corpo, due alette sulla testina e una poderosa unghia estrattrice. Retay garantisce che il suo sistema è in grado di funzionare in ogni condizione operativa, mandando in chiusura l’otturatore in modo preciso e senza incertezze. In effetti una piccola modifica dell’otturatore esiste rispetto al solito e si trova sotto forma di un piccolo anello situato nella parte posteriore dell’otturatore, laddove scorre la camma. Alla prova dei fatti, l’otturatore va davvero sempre anche in chiusura, anche quando si accompagna lentamente con la mano. È una situazione tipica per il cacciatore che ricarica l’arma con l’intenzione di fare il minore rumore possibile per via di eventuali selvatici presenti in zona.
Molto piccolo anche l’occhione di canna, che serve soltanto per far passare lo stelo sul quale si avvita il cappellotto di chiusura. Sul prolungamento di canna, ben fatto e rifinito, compare anche l’espulsore a pistoncino; volendo si può smontare e pulire.
La rosata del Retay Masai Mara Bottomland Green
Abbiamo provato a ingaggiare qualche piattello e abbiamo apprezzato il funzionamento impeccabile del Masai Mara nel ciclo di riarmo e nel cinematismo. Potente l’espulsione e decisamente piacevole la sensazione alla spalla allo sparo. Il merito è ascrivibile anche al peso dell’arma, che nella configurazione della prova si attesta sui 3.288 grammi. Il valore di per sé non è bassissimo, ci sono concorrenti che fanno meglio di almeno un paio di etti, ma rende il Masai Mara stabile e con un rilevamento trascurabile.
Per non rinunciare a mostrarvi una rosata, stante l’impossibilità di fare una prova in placca, abbiamo rimediato artigianalmente. Abbiamo preso un foglio, tracciato (molto male) un cerchio di circa 18 centimetri di diametro e abbiamo sparato a 25 e a 30 metri con strozzature rispettivamente tre stelle e una stella una cartuccia Armusa da 32 grammi di piombo e una magnum da 50 grammi di piombo Baschieri & Pellagri. Va da sé che questa prova è solo indicativa, ma fornisce un’indicazione visiva di quello che è il rendimento balistico della canna del Masai Mara. E, alla luce dei fatti, direi anche che si tratta di un buon risultato.
Il Retay Masai Mara Bottomland Green è un fucile interessante
La dotazione dell’arma, davvero completa, riserva qualche sorpresa positiva. Già, perché sovente in questo capitolo numerose ditte tirano via, anche se altre lo curano particolarmente. Siamo nel campo della seconda ipotesi. Il Masai Mara viene consegnato in una classica valigetta in ABS personalizzata con serrature dal funzionamento decisamente morbido – due di esse presentano anche una piccola serratura chiudibile con apposita chiave in dotazione – e munita di occhielli per l’applicazione di due eventuali ulteriori lucchetti di sicurezza.
All’interno si trovano adesivi, un libretto di istruzioni, un foglio da compilare per la garanzia di ben 5 anni, gli strozzatori con la chiave, il set di piastrine per la modifica della piega e del vantaggio, le magliette porta cinghia, un flacone di olio, un salvapercussore in plastica. Una dotazione davvero completa. Inoltre la valigetta, con scomparti sagomati e ordinati, dispone di tre cerniere dorate molto resistenti e ben fatte. Sono piccoli dettagli che fanno piacere. Il Masai Mara viene testato a 1.500 bar, prima di lasciare la fabbrica; anche in questo caso è un importante messaggio di sicurezza.
Il prezzo mette d’accordo tutti: si parla di circa 990 euro per entrare in possesso del Retay Masai Mara Bottomland Green in calibro 12. Se opterete per una delle versioni più economiche, anche 100 euro meno. Non le cifre basic dei fucili turchi, ma ovviamente neppure quelle a cui siamo abituati. D’altro canto il fucile si presenta con diverse caratteristiche peculiari e apprezzabili, cosa che giustifica ampiamente l’esborso economico richiesto.
Retay Masai Mara Bottomland Green: la scheda tecnica
Produttore: Retay
Modello: Masai Mara Bottomland Green
Tipo: fucile semiautomatico inerziale
Calibro: 12
Lunghezza canne: 710 – 760 mm
Strozzatori: MaraPro Chokes (5)
Bindella: 8 mm, ventilata a ponticelli larghi
Grilletto: brunito
Sicura: a pulsante, reversibile a con avviso di arma pronta allo sparo
Calciatura: in ABS, impugnatura a pistola
Finitura: Cerakote
Peso: 3.288 grammi
Prezzo: 990 euro
Sito produttore: www.retayarms.com
Distributore: www.redolfiarmi.com / 030 9380140
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