Il Tar ha respinto il ricorso presentato da Wwf, Lav e Lndc contro la delibera che consente la caccia di selezione al cervo in Abruzzo.
Anche se sicuramente sottostimata, perché calcolata per una sola parte del territorio regionale, la densità della specie è superiore al valore soglia indicato dall’Ispra (due esemplari per chilometro quadrato); e il tasso di prelievo, pari al 10% della popolazione totale, è in linea con gli indicatori: pertanto il Tar dell’Abruzzo (ordinanza 181/2024) ha deciso di respingere il ricorso di Wwf, Lav e Lndc e consentire l’avvio della caccia di selezione al cervo in Abruzzo.
Non è infatti in pericolo la conservazione della specie, peraltro al di fuori delle aree protette inseribile nel calendario venatorio «a prescindere da un obiettivo generale di limitazione dei danni provocati»; e la Vas e la Vinca sul piano faunistico-venatorio regionale hanno dato esito favorevole.
Infine, «a fronte di un rischio per il cervo solo allegato e non dimostrato» il Tar ritiene «di poter dare preminenza alla sicurezza stradale, che include anche la tutela dell’incolumità fisica degli individui» non compatibile con un numero eccessivo di animali selvatici sul territorio.
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