La delibera di giunta con la proposta di piano faunistico-venatorio consente di scoprire quanti sono i cacciatori in Toscana.
È un fatto noto (il declino può essere fermato?), eppure fa sempre effetto incappare in una statistica sul numero dei cacciatori in Italia, sempre meno e sempre più vecchi: non va in controtendenza la situazione della Toscana, una delle regioni dalla tradizione più solida.
Sono impietosi i dati che emergono dall’allegato alla delibera con cui la giunta regionale ha approvato la proposta di piano faunistico-venatorio: in quattordici anni i 124.101 tesserini rilasciati nel 1999/2000 sono diventati 60.423 (dato 2023/2024); orribile la percentuale, -51,3%. La diminuzione è più marcata nelle province più densamente popolate, come Firenze e Prato; meno a Grosseto, Arezzo e Lucca.
Aumenta anche l’età media: nel 1999 in Toscana i cacciatori ultrasessantenni erano il 37%; nel 2023 il 67%. Ipotizzando circa 63.000 cacciatori nel 2020, nel 2018 il Dipartimento di biologia dell’Università di Firenze aveva ben calcolato la progressione; non si può dunque sottovalutare la sua previsione per il 2030, nel quale s’attendono tra 35.000 e 40.000 cacciatori.
La delibera è corredata anche di qualche dato un po’ più neutro: il 1° marzo 2024 agli Atc toscani erano iscritti 62.738 cacciatori (solo 5.553 hanno usato il tesserino digitale TosCaccia per tutta la stagione), 5.676 dei quali residenti fuori regione; in gran parte provengono, in ordine decrescente d’importanza, da Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Umbria, Liguria e Lombardia.
Sono 80.600 le iscrizioni agli Atc (la differenza col numero dei cacciatori si spiega facilmente: è possibile iscriversi a più d’un Atc): 8.851 cacciatori, pari a circa il 15%, hanno scelto come primo Atc uno diverso da quello in cui hanno la residenza anagrafica.
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