Ecco il primo calcolo ufficioso degli eletti tra i quaranta candidati che hanno firmato il manifesto della cabina di regia del mondo venatorio.
La premessa è d’obbligo: si basano su dati ufficiali, ma per quanto accurati (è servita qualche ora di lavoro) i calcoli sui nomi degli eletti tra i quaranta candidati che hanno firmato il manifesto della cabina di regia del mondo venatorio producono un risultato inevitabilmente ufficioso; è colpa dei resti più alti e soprattutto delle pluricandidature, che costringono ad attendere per sapere quale delle cinque sarà la circoscrizione prescelta.
Qualche indicazione però è già chiara. Nel nord-ovest Fratelli d’Italia elegge Carlo Fidanza, Giovanni Crosetto, Lara Magoni e Pietro Fiocchi, rispettivamente secondo, quarto, quinto e sesto dietro Giorgia Meloni, che ovviamente resterà a Roma: dovrebbe farcela anche Mariateresa Vivaldini. In casa Lega probabilità alte per Isabella Tovaglieri; il destino di Francesco Bruzzone dipenderà invece dalle scelte del generale Vannacci. Sul filo Fabio Pizzul, del Partito Democratico, che però ad Affari Italiani definisce «molto improbabile» l’insieme delle condizioni che lo porterebbero a Strasburgo.
Nella circoscrizione nord-est si calcolano tra gli eletti Alessandro Ciriani, Elena Donazzan (Fratelli d’Italia), Anna Cisint (Lega) e Flavio Tosi (Forza Italia); al centro Carlo Ciccioli, Nicola Procaccini, Marco Squarta (Fratelli d’Italia) e probabilmente la leghista Susanna Ceccardi, come Bruzzone (ma lei non ha un seggio al parlamento italiano) appesa alle scelte del generale Vannacci; più complicata la situazione di Mario Abbruzzese.
Solo quattro liste rappresentate
Dei sette che s’erano presentati nella circoscrizione sud è molto probabile l’elezione dei soli tre candidati di Fratelli d’Italia, Denis Nesci, Michele Picaro e Chiara Maria Gemma. La mancata elezione di Antonino Germanà tiene vuota la casella di Sicilia e Sardegna.
Al conto va aggiunto Sergio Berlato, che non rientra tra i firmatari del manifesto ma è da sempre vicino al mondo venatorio.
Chiaramente le forze politiche rappresentate sono soltanto quattro: solo in sei hanno superato lo sbarramento (fuori sia Azione sia Renzi+Bonino); e Movimento 5 Stelle e Verdi-Sinistra, che hanno ottenuto un risultato opposto, si sono detti pronti a promuovere il divieto di caccia in tutta Europa.
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