Continuano a essere poche, in un caso ventimila e nell’altro diecimila, le firme online raccolte dalle sigle che propongono i referendum sulla caccia.
Sottovalutarli potrebbe essere un errore grave, ma al momento i nuovi referendum sulla caccia sono molto lontani dalla convocazione: neppure la piattaforma messa a disposizione dal governo (è quella grazie alla quale il quesito sull’autonomia differenziata ha già ottenuto più di mezzo milione di adesioni) ha dato impulso alla raccolta delle firme online, poco più di ventimila per quello che intende imporre un divieto generale e meno di diecimila per l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile sull’accesso dei cacciatori ai fondi privati.
A queste firme si dovranno aggiungere quelle raccolte sui moduli cartacei nei banchetti e nei gazebo; ma se il ritmo è questo l’esito sembra segnato, identico al tentativo dell’anno scorso.
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