Il tema è controverso e scatena da anni un acceso dibattito. E la disponibilità di visori termici sta diventando così ampia da non consentirci di relegare il tema ai discorsi da bar. Insomma, la visione notturna, effettuata con strumenti sempre più sofisticati e – soprattutto – sempre più economici, fa già parte del presente e negarlo, magari nascondendosi dietro alla foglia di fico di pur legittimi motivi etici di contrarietà, non aiuta a rasserenare la discussione. Soprattutto, impedisce un approccio laico alla questione, dividendo il mondo tra partigiani – pro o contro – per partito preso. Ogni strumento, non mi stanco mai di ripeterlo, non ha un’anima e non può essere considerato utile o dannoso a priori; discriminante è semmai l’uso che se ne fa. Si pensi al tema “armi” e facciamoci un esame di coscienza. Riporto una semplice esperienza come personale testimonianza di quanto ho scritto finora. Giugno, Appennino bolognese, notte di luna nuova. Ho passato il pomeriggio a camminare tra campi e boschi senza vedere un animale. Un sottile senso di sconforto mi attanaglia il cuore. Quest’anno non ho avuto assegnazioni di caprioli maschi. Nella mia parcella siamo in sei e di assegnazioni ne sono state fatte solo tre e io, ultimo arrivato, ovviamente sono rimasto fuori. Fa parte del gioco, ma ripenso a quanto mi hanno detto gli amici che cacciano su questo territorio da più tempo di me; nelle ultime tre stagioni, in fase di censimento, ogni anno si è assistito a un decremento del 30% degli avvistamenti rispetto all’anno precedente. Una riduzione di circa il 65% degli animali rispetto al 2015. Da tempo si discute sulle cause ma una risposta definitiva, come ha scritto il nostro Mattioli su Cacciare a Palla di agosto, ancora non l’abbiamo. Arriva l’imbrunire. Mi apposto (senza carabina, sia chiaro) nella mia radura preferita, quella che non delude mai. Niente. L’imbrunire si trasforma in notte e penso che, a questo punto, neppure il più luminoso dei cannocchiali che ho provato in vita mia potrebbe aiutarmi a identificare un eventuale animale. Accendo allora il termico in prova e osservo pazientemente, da destra a sinistra. Alle 22.30 il mondo davanti a me si anima: prima una lepre compare dietro a un ballone poi, in rapida sequenza, tre caprioli. Uno, solitario, a destra; altri due iniziano a rincorrersi sulla mia sinistra. Il bosco mi ha regalato i suoi frutti, posso tornare a casa sereno a rimuginare sul perché i caprioli del mio Appennino siano diventati tanto elusivi.
Usi legittimi
Il Pulsar che l’importatore italiano del marchio, Adinolfi, mi ha concesso in prova è uno strumento molto semplice. Di quelli che si possono usare outof- the-box e non richiedono particolari conoscenze tecnologiche. Lo si accende e il suo microbolometro restituisce un’immagine in bianco e nero della scena inquadrata. Tutto ciò che emette radiazioni infrarosse viene restituito a contrasto con la zona circostante: nero su bianco o bianco su nero per quanto riguarda l’impostazione standard ma sono disponibili altre sei tavolozze colori. Rispetto ad altre tecnologie, il microbolometro non richiede raffreddamento offrendo così una considerevole semplicità progettuale.
L’intera offerta del produttore, per quanto riguarda il dispositivo Helion XQ, prevede cinque lunghezze focali (19, 28, 30, 38 e 50 mm) per usi differenti dello strumento. Nel nostro caso, l’obiettivo utilizzato era il 28 millimetri caratterizzato da una ratio d’ingrandimento pari a 2,3x. Uno zoom digitale continuo permette di spaziare tra i 2,3 e i 9,2 ingrandimenti mentre la funzione “zoom digitale discreto” consente di moltiplicare a passi fissi di 2 o 4 volte l’ingrandimento di base e di tornare rapidamente all’ingrandimento di partenza. Esiste poi una gamma XP (con obiettivo da 28, 38 e 50 mm) con un sensore di risoluzione superiore. Il microbolometro ha una risoluzione di 384×288 pixel (640×480 pixel per gli XP) e restituisce l’immagine catturata su un display Amoled (Active Matrix Organic Light Emitting Diodes, del tipo generalmente utilizzato sugli smartphone) dotato di una risoluzione di 640×480 pixel. Le immagini possono essere registrate sia in modo statico (jpg) sia come video (avi) premendo semplicemente il pulsante Rec. Il dispositivo conta nella parte superiore cinque pulsanti che ne consentono la piena operatività. Accanto a quelli destinati all’accensione e alla registrazione, ce ne sono tre puramente operativi. Uno, contraddistinto dalla lettera M, consente l’accesso al menu, visibile all’interno del display, e alla selezione delle diverse opzioni. Gli altri due permettono di spostarsi tra le varie voci del menu. Tre le modalità di funzionamento preimpostate, ciascuna ottimizzata con una combinazione di parametri quali luminosità, contrasto e guadagno pensati per specifiche condizioni di visibilità.
Venendo alle funzioni, segnalo quelle più interessanti partendo dal telemetro stadiametrico, che permette di valutare la distanza approssimativa di oggetti di dimensioni note. Tre i riferimenti, che variano ovviamente in base al fattore d’ingrandimento utilizzato: lepre (altezza di 30 centimetri), cinghiale (altezza di 70 centimetri), cervo (1 metro e 70 centimetri). Altra funzione molto interessante è quella denominata Picture in picture che offre la possibilità di osservare un dettaglio zoomato della scena inquadrata senza perdere la visione complessiva dell’area. Della possibilità di videoregistrare e fotografare ho già scritto ma non ho specificato che tutto quanto inquadrato può essere trasmesso, mediante la tecnologia Stream Vision e il modulo Wi-Fi incluso nel dispositivo, a smartphone e tablet che abbiano scaricato l’apposita app. La maggior parte delle impostazioni più importanti selezionate è indicata nella barra di stato visibile nel monitor, in basso.
Strumento semplice da usare, lo Helion che ho provato non mi ha fatto mancare delle sane soddisfazioni. Su tutte, quella di svelarmi i segreti di una notte di inizio estate in Appennino. Poi, quella di rassicurarmi sullo stato dei caprioli che popolano la mia zona di caccia.
LA SCHEDA
- Produttore: Pulsar
- Modello: Helion XQ28F
- Obiettivo: 28 mm f:1.2
- Ingrandimento: 2,3x
- Zoom digitale continuo: 2,3-9,2
- Zoom digitale: 2x-4x
- Distanza minima messa a fuoco: 3 m
- Diametro pupilla d’uscita: 5 mm
- Risoluzione microbolometro: 384×288 pixel
- Frequenza: 50 Hz
- Risoluzione display: 640×480 pixel
- Distanza massima di osservazione: 800 m
- Peso: 400 g
- Lunghezza: 219 mm
- Alimentazione: batteria Li-Ion
- Autonomia: 8 ore
- Prezzo: da 2.200 euro
- Info: www.adinolfi.com / 039 2300745