Pubblicato l’elenco degli emendamenti di modifica della legge sulla caccia

Pubblicato l’elenco degli emendamenti di modifica della legge sulla caccia: altana
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La commissione Agricoltura del Senato ha pubblicato l’elenco degli emendamenti al decreto Agricoltura con i quali le forze politiche vogliono introdurre alcuni elementi di modifica della legge sulla caccia.

Da settimane si sa che il ddl che converte il cosiddetto decreto Agricoltura sarà utilizzato per lavorare alla modifica della legge nazionale sulla caccia, la 157/92; ma non è solo la Lega, che aveva annunciato di aver studiato questa strategia per aggirare l’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle contro la riforma Bruzzone, ad avere presentato una serie d’emendamenti: anche le opposizioni (non però il Partito democratico, che sulla vicenda sta tenendo un profilo equilibrato) cercano d’intervenire, spesso in ottica restrittiva.

Si leggono in questo senso le proposte del gruppo Verdi-Sinistra, che intende impedire il coinvolgimento dei cacciatori nelle operazioni di controllo faunistico, abrogare il piano straordinario per la gestione della fauna-selvatica e soprattutto disporre che nella redazione del calendario le Regioni non possano discostarsi dal parere dell’Ispra (superato il termine di trenta giorni, s’intende negativo).

Di segno opposto le iniziative della maggioranza sui calendari venatori: oltre a prevederne una durata quinquennale (è scomparso però il riferimento all’obbligo di introdurli in una legge regionale; annuale diventerebbe soltanto il carniere), la Lega suggerisce che in caso di sospensione cautelare valgano le date previste dalla stessa legge quadro; Fratelli d’Italia aggiunge che, fino alla pubblicazione della sentenza di merito, è opportuno considerare i limiti stabiliti per la stagione precedente.

La maggioranza intende inoltre estendere la durata sia della giornata di caccia (per gli ungulati fino a tre ore dopo il tramonto, Fratelli d’Italia; per anatidi e turdidi da appostamento fino a mezz’ora dopo il tramonto, Lega) sia della stagione di caccia collettiva al cinghiale, non più un trimestre ma un quadrimestre, per intero quello compreso tra ottobre e gennaio.

Meno divieti

Si discute di abolire il silenzio venatorio di martedì e venerdì: la Lega propone di consentire l’uscita in tre giornate settimanali «a libera scelta del cacciatore», alle quali aggiungerne eventualmente due, a ottobre e a novembre, per la migratoria da appostamento, che potrebbe non dover essere più esercitata in via esclusiva analogamente alla caccia vagante in zona Alpi.

Per la caccia di selezione si prevede di liberalizzare l’impiego dei dispositivi elettronici di puntamento (ungulati) e dei visori notturni (cinghiale). Meno restrizioni anche per i natanti: resterà proibito sparare da questa postazione soltanto in presenza di motore.

Due emendamenti riguardano anche la caccia nei valichi montani: la Lega propone direttamente di abolire il divieto; i relatori Giorgio Bergesio (è iscritto a quel gruppo parlamentare) e Luca De Carlo di Fratelli d’Italia ammorbidiscono un po’ la soluzione, suggerendo che siano le Regioni a individuare i valichi interessati, nei quali istituire Zone di protezione speciale.

È immancabile un riferimento allo status giuridico dei richiami vivi, vecchia battaglia di Bruzzone e della Lega: se approvato, l’emendamento 10.0.1 firmato da Marco Dreosto farà uscire dall’ambito d’applicazione della legge quelli allevati in cattività da più di una generazione.

Meno di un mese per l’approvazione

Alcuni emendamenti hanno più a che fare con la burocrazia: annotazione sul tesserino venatorio non più dopo l’abbattimento, ma dopo l’avvenuto recupero; abilitazioni alla caccia di selezione automaticamente estese a tutto il territorio nazionale; niente più dimensioni subprovinciali per gli Atc; via libera allo scopo di lucro per le aziende faunistico-venatorie, che potranno organizzarsi anche «in forma di impresa individuale o collettiva».

Agli emendamenti s’affianca un ordine del giorno con cui Mara Bizzotto, vicepresidente vicaria del gruppo parlamentare della Lega, vuole impegnare il governo a introdurre lo stambecco nell’elenco delle specie cacciabili.

Il ddl 1138 è al momento incardinato nella commissione Agricoltura del Senato, sede in cui si sfronderà l’elenco degli emendamenti; per approvare definitivamente il testo, eventualmente modificato, il parlamento ha tempo fino al 14 luglio, pena la decadenza del decreto.

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