Procedura d’infrazione europea sulla caccia, la posizione delle associazioni venatorie

Procedura d’infrazione europea sulla caccia, la posizione delle associazioni venatorie: germano reale in volo
© Robert Adami / shutterstock

La cabina di regia del mondo venatorio contesta la scelta della Commissione europea che contro l’Italia ha avviato una procedura d’infrazione sulla caccia.

«Pretestuose e non fondate»: la cabina di regia del mondo venatorio (la nota la firmano Federcaccia, Enalcaccia, Libera Caccia, Anuu migratoristi, Italcaccia e Comitato nazionale caccia e natura; dunque non l’Arcicaccia) definisce così molte delle eccezioni sollevate dalla Commissione europea che ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia contestandone il modo in cui disciplina la caccia.

Le associazioni venatorie fanno dunque sapere d’essersi «prontamente adoperate con i ministeri competenti», per aiutarli a fornire delle risposte convincenti alle contestazioni. Il governo Meloni ha due mesi di tempo per replicare alla Commissione europea: la cabina di regia del mondo venatorio confida «che questa scadenza sia rispettata, così da evitare una stagione venatoria piena d’incertezze».

La Commissione europea contesta il mancato allineamento della normativa italiana alle disposizioni europee in materia di caccia (direttiva Uccelli, regolamento Reach): sono finite sotto indagine la legge di bilancio 2023, che ha riformato la disciplina del controllo faunistico, e la legge di conversione del decreto Asset, che circoscrive il divieto d’usare munizioni in piombo solo ad alcune zone umide, «aggiunge ostacoli pratici all’accertamento della violazione e stabilisce una sanzione ritenuta né proporzionata né dissuasiva».

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