Procedura d’infrazione europea sulla caccia, ambientalisti attaccano governo

Procedura d’infrazione europea sulla caccia, ambientalisti attaccano governo: cacciatore con fucile
© Mountains Hunter / shutterstock

Per le associazioni ambientaliste la procedura d’infrazione europea sulla caccia è l’esito scontato della politica filovenatoria del governo Meloni.

Ritenevano scontato che la modifica della legge 157/92 non fosse sufficiente a stoppare l’iter della procedura d’infrazione europea sulla caccia: per Lndc, Enpa, Lav, Lipu e Legambiente l’invio del parere motivato, «anticamera della condanna definitiva» per il mancato rispetto della Direttiva uccelli e del regolamento Reach sulle munizioni in piombo, è «il risultato della politica del governo Meloni, che ha voluto fare regali e concessioni al mondo venatorio e ai produttori di armi e munizioni».

Per gli ambientalisti infatti il governo «ha preferito inseguire la strada del consenso venatorio, sacrificando gli interessi della collettività per compiacere una ristretta categoria che depreda il prezioso patrimonio collettivo della fauna selvatica, e utilizza sostanze tossiche» in contrasto con «una cultura [sempre più diffusa] e con le normative nazionali e comunitarie».

Se la Corte di Giustizia dell’Unione europea considererà l’Italia colpevole, la condannerà a pagare una sanzione pecuniaria: gli ambientalisti lo ritengono inaccettabile, considerato che nel frattempo «5,7 milioni di italiani versano in condizioni di povertà assoluta».

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