L’Arcicaccia ritiene che sul procedimento che potrebbe portare a una procedura d’infrazione europea contro l’Italia il protagonismo del mondo venatorio sia controproducente.
«Le risposte a Bruxelles deve darle il governo, non il mondo venatorio» che anzi «col proprio protagonismo rischia d’indebolire la posizione [del Paese] esacerbando uno scontro che non fa bene a nessuno»: l’Arcicaccia promette che seguirà attentamente gli sviluppi del procedimento che potrebbe portare ad aprire una procedura d’infrazione europea contro l’Italia (quattro i temi sotto inchiesta: munizioni in piombo, calendari venatori, contrasto al bracconaggio, recupero delle carcasse con l’elicottero), ma non interverrà in prima linea «inviando documenti alle Regioni [come se non sapessero] fare il proprio lavoro».
Per l’Arcicaccia la controversia può semmai essere l’occasione perché a livello comunitario si faccia chiarezza su quella che considera «la palese anomalia» dei key concept per la migratoria; ammesso che formalmente siano corretti, nella sostanza sono infatti «palesemente incoerenti e irragionevoli» se confrontati con quelli delle nazioni confinanti.
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