L’Arcicaccia teme uno scivolamento verso la privatizzazione della caccia, a scapito della caccia sociale.
La difesa della caccia sociale rientra tra i suoi obiettivi statutari: si capisce perché ogni volta che teme uno scivolamento verso la caccia privata, o la privatizzazione della caccia, lanci l’allarme.
L’Arcicaccia è tornata a farlo nel corso del consiglio nazionale che, convocato per approvare il bilancio preventivo 2024 e definire la campagna tesseramento, ha fornito l’occasione per una riflessione sulle prospettive future della caccia.
In una nota si legge che per il presidente nazionale Christian Maffei il tentativo di privatizzazione, imbastito «da una parte del mondo agricolo e politico con la complicità delle maggiori associazioni venatorie», fa male alla caccia quanto gli attacchi del mondo animalista e ambientalista.
Per l’Arcicaccia la privatizzazione crescente è «un’ipotesi intollerabile», perché contrapposta alla caccia «sostenibile e alla portata di tutti»; ma l’opposizione a questa prospettiva ha portato all’Arcicaccia «attacchi dalla politica [che si dice] amica dei cacciatori, con il supporto o la connivenza di parte del mondo sia agricolo sia, fatto ancor più grave, venatorio».
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