Il segretariato dell’intergruppo Biodiversità, caccia e cultura rurale ha incontrato una cinquantina di deputati eletti al parlamento europeo nello scorso giugno.
È uno degli strumenti principali con cui dal 1985 i cacciatori tentano di rappresentare le proprie esigenze al parlamento europeo: s’accoglie dunque con favore la notizia che, a tre mesi dalle elezioni dello scorso giugno, il segretariato dell’intergruppo Biodiversità, caccia e cultura rurale ha incontrato una cinquantina di eurodeputati interessati a ricostituirlo.
Organizzato in collaborazione con la Face, la Federazione delle associazioni venatorie europee, e l’Organizzazione europea dei proprietari terrieri, il primo incontro (l’ha organizzato lo spagnolo Juan Ignacio Zoido Álvarez, del Ppe) ha avuto come argomento il futuro delle campagne e l’uso sostenibile del territorio.
In una nota diffusa al termine dell’incontro l’eurodeputata leghista Anna Maria Cisint segnala l’esigenza che «a Bruxelles si cambi atteggiamento: la tradizione venatoria mediterranea dev’essere oggi più che mai difesa, [considerati] i vincoli dei key concept e gli indirizzi limitanti della Commissione europea»; pertanto auspica che «il nuovo board dell’intergruppo possa esprimere una presidenza italiana».
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