Nel corso del convegno in cui il Coordinamento cacciatrici Federcaccia ha presentato il report sulla predazione dei cani il sottosegretario La Pietra ha annunciato che il governo sta lavorando a un nuovo piano lupo.
Il governo Meloni sta lavorando a un nuovo piano lupo «che probabilmente non sarà risolutivo al 100% ma fa passi avanti rispetto a quello vecchio, del quale bisogna rivedere parametri e linee d’azione»: lo ha annunciato Patrizio La Pietra (Fratelli d’Italia), sottosegretario all’Agricoltura, nel corso del convegno nel quale, su invito del deputato leghista Francesco Bruzzone, il Coordinamento cacciatrici Federcaccia ha presentato alla Camera il report sulla predazione dei cani.
Negli ultimi quattro mesi del 2023 ai circa 400 registrati fin lì vanno aggiunti altri 150 attacchi; Isabella Villa, presidente del Coordinamento, nota che si tratta «comunque d’un dato sottostimato, nonostante una maggiore sensibilità a denunciare».
Per Massimo Buconi, presidente nazionale della Federcaccia, ai cacciatori non interessa che il lupo diventi cacciabile: «Lo Stato ha risorse professionali adeguate, se lo vorrà, ad affrontare la questione; ma come cittadini che vivono la ruralità c’interessa che le istituzioni affrontino la gestione del lupo e i conflitti che la sua presenza genera».
Aprire alla gestione del lupo
Si pone su una linea simile Piero Genovesi (Ispra) che ricorda che l’Italia è il Paese con più lupi d’Europa, e ciò aumenta i conflitti e le possibili interazioni con l’uomo e gli animali domestici: oltre a quello economico, la predazione «scatena un aspetto emotivo che non può essere ignorato. Siamo in una fase dinamica: l’aumento di conflitti deve aprire a forme di gestione».
È la posizione sostenuta anche da Giorgia Romeo, esperta d’eco-etologia della fauna selvatica, che sottolinea che «le azioni di conservazione intraprese negli anni hanno favorito la naturale e graduale espansione della specie». Oggi questo fenomeno «arriva a interessare anche aree periurbane»; le possibili interazioni rendono obbligatorio «valutare una gestione accurata».
Anche in Europa si sta lavorando in questa direzione: a fine 2023 la Commissione europea ha infatti proposto di modificare, da strettamente protetto a protetto, lo stato di conservazione del lupo, così da consentirne la gestione adattiva.
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