La Federcaccia ritiene contraddittoria la posizione dell’Ispra sul controllo faunistico e la preapertura della caccia al colombaccio.
Rischia di diventare la specie simbolo dei prossimi calendari venatori: sul colombaccio, e sull’eventuale preapertura negata mentre sono in vigore piani di controllo faunistico, si discuterà a lungo da qui all’inizio della stagione venatoria 2025/2026.
Nella questione entra anche la Federcaccia, sorpresa dalla posizione dell’Ispra che analizzando il calendario venatorio delle Marche ha espresso parere contrario alla preapertura. La Federcaccia rileva una contraddizione doppia: «Per [molte] stagioni e fino all’anno scorso l’Ispra s’è espresso favorevolmente, e ha sempre consentito lo svolgimento delle poche giornate di preapertura all’inizio di settembre»; e soprattutto di recente non s’è opposto all’esecuzione del piano di controllo del colombaccio in Emilia Romagna, regione in cui ogni anno per cinque anni si prevedono 11.000 abbattimenti tra aprile e settembre, «nel pieno della nidificazione». Eppure la preapertura delle scorse stagioni non ha influenzato negativamente l’ammontare della popolazione nidificante, che continua a registrare «una forte espansione» in Italia e in Europa.
In parallelo, la Federcaccia contesta un altro orientamento modificato solo di recente: l’Ispra ha smesso di dirsi favorevole alla caccia al colombaccio a inizio febbraio, proposta spesso formulata dalle Regioni che non consentono la preapertura.
Una specie simbolo
Per la Federcaccia s’è dunque generata «una situazione non più tollerabile», nella quale il cacciatore «è bravo solo se non va a caccia ma pratica il controllo faunistico». Segue l’appello al governo Meloni affinché fissi «i criteri di lavoro e interpretativi», che non possono dipendere «dalle opinioni del ricercatore di turno».
Chiedendosi se esistano due Ispra, «uno con cui è possibile instaurare rapporti e progetti d’interesse per il mondo venatorio e per quello scientifico, l’altro che nei confronti della caccia e dei cacciatori ha un atteggiamento palesemente avverso», la Federcaccia chiude con un’invocazione (è necessaria «una ricerca libera da ideologie e preconcetti, che ne falsano se non i risultati certamente la loro interpretazione») e una promessa: «si sappia che a questo punto il colombaccio diventa la specie simbolo del nostro rifiuto di certe logiche».
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