Liberi cacciatori siciliani, Associazione nazionale cacciatori, Italcaccia e Sicilia nostra ritengono che l’ultima sentenza del Tar non incida sulla prossima preapertura della caccia in Sicilia.
Il Tar della Sicilia ha ritenuto la preapertura della caccia illegittima solo se la si autorizza «oltre i limiti indicati dall’Ispra»; ma dentro questi limiti il calendario venatorio 2023/2024 c’è rimasto, visto che aveva ottenuto il relativo parere favorevole sia per la tortora sia per il colombaccio, rispettivamente per tre, da appostamento temporaneo, e cinque giornate fisse; ed espressamente l’Ispra la ritiene possibile anche per merlo, gazza e ghiandaia.
È questo il commento di Liberi cacciatori siciliani, Associazione nazionale cacciatori, Italcaccia e Sicilia nostra all’ultima sentenza, fondamentale per capire che cosa succederà nella prossima stagione.
Per le quattro associazioni venatorie, che comunque esprimono «grande soddisfazione» per il resto del provvedimento («base importantissima su cui continuare a lavorare, soprattutto su turdidi e acquatici per i quali sarà necessario un ulteriore confronto con l’Ispra»), «non si comprende pertanto a quale parte del calendario il Tar si riferisca; comunque, quanto disposto [sulla preapertura] non contrasta in alcun modo» con il suo contenuto.
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