La politica agricola comunitaria 2020 è al centro delle riflessioni di Face che chiede provvedimenti incisivi.
Mentre l’Italia è sospesa in una situazione inedita, nel resto d’Europa si va avanti: al centro delle riflessioni di Face c’è la politica agricola comunitaria 2020 su cui le istituzioni europee stanno lavorando. Conformandosi a un parere scientifico in dieci punti, l’organo che rappresenta i cacciatori europei chiede provvedimenti speciali per la piccola selvaggina. Fagiano, lepre e starna sono a rischio in tutte Europa. Le loro condizioni allarmanti, è convinta Face, non si risolveranno a meno che non arrivi una sterzata dalla politica agricola comunitaria 2020. “Sull’ambiente ci vogliono ambizioni più alte” si legge nella nota. E sono possibili sono se cambia l’approccio alla conservazione e alla biodiversità: d’ora in poi dovrà essere orientato alla performance. Le decisioni sugli obiettivi ambientali devono essere chiaramente legate a risultati e impatti.
Per difendere la biodiversità, il mondo scientifico chiede che almeno il 10% delle zone coltivate sia destinato ad aree di recupero naturale. E gli agricoltori che nelle loro terre mantengono un elevato valore naturale (HVN) dovrebbero essere concretamente sostenuti. Face si allinea, sottolineando che quando si parla di agricoltura non bisogna fermarsi soltanto al sistema produttivo e all’economia. È fondamentale integrarci opere di conservazione e a favore della biodiversità. Ecco perché, chiude, la politica agricola comunitaria 2020 deve incoraggiare gli agricoltori a salvaguardare gli habitat presenti nelle loro terre. Solo una sintonia tra cacciatori e agricoltori, chiude Face, permette all’Europa di ottenere benefici in termini di conservazione. Di piccola selvaggina, ma non solo.
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