Il piano straordinario predisposto dal commissario alla peste suina africana prevede che l’incidenza della caccia di selezione aumenti molto più di quella della braccata.
Perché le operazioni di depopolamento dei cinghiali siano efficaci è necessario aumentare significativamente l’incidenza della caccia di selezione (+315%) e del controllo (+245%), con bersaglio soprattutto le femmine e i piccoli, piuttosto che quella della braccata (+35%) che rischia di creare disturbo alle altre specie: lo prevede il piano straordinario per l’eradicazione della peste suina africana predisposto dal commissario Vincenzo Caputo; la Conferenza Stato-Regioni ne discuterà nella prima seduta utile.
Il piano ha durata quinquennale; il prelievo è però tarato soltanto sul primo anno, nel quale sono 612.000 i cinghiali da abbattere (317.100 in braccata; 136.700 in caccia di selezione; 158.200 nelle operazioni di controllo faunistico). Si tratta d’un sostanziale raddoppio rispetto alla media annuale del periodo 2019-2021, pari a 312.676 abbattimenti (233.949 in braccata; 33.104 in caccia di selezione; 45.623 nelle operazioni di controllo faunistico) esclusa la Sardegna.
Per gli anni successivi il prelievo sarà rimodulato; bisogna infatti puntare a rimuovere annualmente tra il 70% e l’80% della popolazione complessiva, che in Italia l’Ispra stima contare tra un milione e un milione e mezzo di cinghiali.
Potenziare la caccia di selezione
Nelle zone non vocate, a partire dalle aree urbanizzate e nel raggio di quindici chilometri dagli allevamenti di maiali, il prelievo deve avvicinarsi il più possibile al 100% della popolazione; il commissario si raccomanda inoltre di consentire la caccia di selezione anche nelle zone assegnate alle squadre di cinghialai e di lavorare per ampliare la platea dei selettori.
Considerato che mantiene basso il disturbo ambientale, la caccia di selezione dev’essere consentita anche nelle stagioni in cui le specie non bersaglio sono impegnate nella riproduzione e nella cura dei piccoli; si dovrà soprattutto incrementarne la resa tra febbraio e maggio, periodo in cui è fondamentale intervenire per limitare le nascite.
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