Piani di prelievo per la stagione 2021/2022 per ungulati e galliformi: Ispra definisce le linee guida.
Se succede più di una volta non è più un’eccezione: l’Ispra ha chiarito che, a differenza di quanto in parte avvenuto l’anno scorso, i piani di prelievo per la stagione 2021/2022 – ungulati e galliformi – dovranno basarsi su dati reali di presenza.
Se l’andamento epidemico e le misure anticontagio renderanno complicati i classici censimenti di cervidi e bovidi, si potrà fare affidamento su conteggi diretti da punti di avvistamento fissi o con metodi che non comportino aggregazione del personale. A titolo di esempio Ispra cita il conteggio notturno con faro o il conteggio delle fatte, l’utilizzo di fototrappole, i campionamenti a distanza con termografi a infrarossi. In assenza di dati reali di presenza riferiti all’anno in corso, “non saranno valutate proposte di prelievo”; fanno eccezione le zone non vocate o a densità zero.
Per i piani di prelievo dei galliformi (coturnice, fagiano di monte, pernice bianca, pernice rossa, pernice sarda e starna) sono necessari sia il monitoraggio primaverile sia la verifica del successo riproduttivo in tarda estate. In assenza anche di una sola categoria di dati, le sei specie non potranno entrare nei calendari venatori 2021/2022.
Il cinghiale fa storia a sé: è noto che qui è difficile procedere a censimenti affidabili. Pertanto la loro mancata realizzazione non è un limite per la stesura dei piani di prelievo, articolati per classi di sesso ed età. Per il monitoraggio del cinghiale è comunque utile raccogliere dati costanti sia sugli interventi di prelievo (numero di braccate, di cacciatori e di cani; uscite in selezione; gabbie attive; operazioni di controllo faunistico) sia sugli animali abbattuti (peso, sesso, età, località). In questo modo si riesce infatti ad approssimare a quanto ammonti lo sforzo d’abbattimento e a calibrare meglio gli interventi successivi.
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