Nove i punti in cui s’articola la petizione dei cacciatori europei: Face e le associazioni federate si sono date sei mesi per raccogliere le firme.
Coinvolgete il mondo venatorio nella discussione di leggi e regolamenti, riconoscete il valore della caccia e utilizzatela per risolvere le questioni chiave: è questo il senso della petizione che i cacciatori europei rivolgono alle istituzioni comunitarie. L’ha lanciata Face che insieme alle 36 associazioni federate s’è data sei mesi per raccogliere le firme; le associazioni nazionali avranno un ruolo cruciale per diffonderla sul territorio.
Per Torbjörn Larsson, presidente Face, «stiamo affrontando sfide mai viste prima, in particolare perché le istituzioni europee non coinvolgono i cacciatori nelle loro discussioni; questa campagna rappresenta un tentativo per far cambiare loro approccio e invitarle a lavorare con noi». Il segretario generale David Scallan si dice convinto che «per risolvere i problemi della biodiversità in Europa servano decisioni pesanti e azioni energiche» e che «i cacciatori europei siano parte della soluzione».
Il testo della petizione
Noi vogliamo che
- l’Europa sia ricca di biodiversità;
- le politiche comunitarie incentivino l’opera gestionale e conservazionistica dei cacciatori, anche nelle aree protette;
- le leggi favoriscano gli ecosistemi e gli habitat della piccola selvaggina, in particolare zone umide e terreni agricoli;
- l’approccio alla caccia si basi sulle evidenze scientifiche, anche quando si ha a che fare con pratiche locali tradizionali;
- le decisioni sui grandi carnivori si fondino su criteri adeguati e che si valuti se continuare a inserirli tra le specie protette dalla direttiva Habitat;
- si riconoscano i cacciatori come parte non del problema, ma della soluzione per tutto ciò che riguarda la conservazione della natura;
- tutte le decisioni sulla caccia siano equilibrate;
- sia rispettata l’eredità culturale della caccia, vitale per il futuro di un’Europa diversa e cruciale per rendere più ricca la vita dei cittadini;
- l’Unione europea sia consapevole del peso delle proprie decisioni sul resto del mondo.
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