Attilio Fontana ha firmato un’ordinanza che impone una serie di restrizioni per evitare che il virus della peste suina africana entri in Lombardia.
Il virus è ancora fuori, ma vicinissimo al confine: per evitare che la peste suina africana entri in Lombardia (l’eventuale danno economico stimato è pari a circa 60 milioni d’euro ogni mese) Attilio Fontana, presidente della giunta regionale, ha firmato un’ordinanza che tenta di mettere al sicuro l’Oltrepò pavese.
Secondo quanto stabilito dal commissario straordinario Vincenzo Caputo, nella zona di restrizione 2 (comuni di Ponte Nizza, Bagnaria, Brallo di Pregola, Menconico, Zavattarello, Romagnese, Varzi, Val di Nizza, Santa Margherita di Staffora, Cecima, Colli Verdi-Valverde) sono vietati la caccia al cinghiale, la caccia collettiva e l’addestramento cani, così come l’autoconsumo delle carni e la loro movimentazione all’esterno.
Per rendere più efficace il controllo faunistico con abbattimenti selettivi e gabbie di cattura (anche di notte e anche da veicolo; almeno tre le uscite settimanali) oltre che degli operatori ausiliari la polizia provinciale di Pavia può eventualmente avvalersi anche di personale professionale. Si deve inoltre potenziare la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale; per favorire l’esecuzione dei test prima dello smaltimento possono essere coinvolte anche la Protezione civile e le ditte specializzate.
Nella zona di restrizione 1 (comuni di Rocca Susella, Montesegale, Godiasco, Borgoratto Mormorolo, Fortunago, Volpara, Borgo Priolo, Rocca de’ Giorgi, Rivanazzano e Colli Verdi) restano consentite sia la girata come forma di controllo faunistico sia la caccia di selezione al cinghiale.
Nel resto del territorio regionale devono essere intensificate le operazioni di depopolamento, per il cui boicottaggio la struttura commissariale ha previsto pene severe.
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