La giunta regionale chiarirà nello specifico l’impatto delle restrizioni da applicare nella zona infetta da peste suina africana.
Arriverà nelle prossime ore, verosimilmente entro la giornata di mercoledì, l’ordinanza con cui la Regione Liguria chiarirà come interpretare la circolare interministeriale sulle restrizioni nell’area infetta da peste suina africana; in alternativa saranno pubblicate delle faq sul sito istituzionale. Sarà, senza ovviamente derogare a quanto stabilito del governo, una sorta di vademecum con cui per esempio si chiarirà «che si consente la frequentazione dei parchi urbani recintati». Lo anticipa il presidente della Regione Giovanni Toti che a inizio consiliatura ha tenuto per sé la delega alla Sanità.
A fronte di un pericolo serissimo per le attività zootecniche («In caso di diffusione del virus, le regole europee che tutelano il mercato ci costringerebbero ad azioni altamente impattanti sulla produzione delle carni suine nel nostro Paese; ed è un mercato che vale oltre 6 miliardi di euro all’anno»), il governo si è attenuto al principio della massima prudenza; ha infatti perimetrato un territorio «probabilmente più ampio di quello interessato dal focolaio», per evitare che il virus possa diffondersi in luoghi ad alta concentrazione suinicola. L’obiettivo infatti, sottolinea il vicepresidente Alessandro Piana, è «circoscrivere il fenomeno per scongiurare la trasmissione [del virus] agli allevamenti».
Entro tre settimane, si apprende, il governo emanerà una nuova ordinanza con cui dopo aver circoscritto con precisione l’area critica imporrà l’abbattimento selettivo degli animali; in queste ore sono già cominciate le battute in collaborazione con Atc e cacciatori, senza cani e ovviamente armi, per individuare l’eventuale presenza di carcasse sospette. L’Istituto zooprofilattico di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta fa sapere che al momento sono stati identificati otto casi di contagio su una cinquantina di cinghiali testati.
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