Dopo l’ordinanza del commissario alla peste suina africana, la Federcaccia Calabria chiede alla Regione d’attivarsi rapidamente per chiedere la deroga per la braccata e la caccia di selezione al cinghiale nella zona di restrizione 1.
Inevitabili considerata la portata delle novità (in realtà soprattutto di una, il divieto di cacciare il cinghiale anche in zona di restrizione I), le prime reazioni all’ordinanza del commissario straordinario alla peste suina africana si registrano in Calabria, dove la Federcaccia segnala le «pesanti condizioni di disagio, evitabili con un coordinamento migliore fra le parti istituzionali in causa».
Assessorati, dipartimenti e uffici regionali competenti hanno dunque ricevuto una nota dettagliata, in cui si chiede loro di attivarsi rapidamente per «richiedere, nelle forme e con le modalità ritenute opportune, l’autorizzazione in deroga» per la braccata e la caccia di selezione al cinghiale nel territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria che ricade nella zona di restrizione 1; in parallelo, è pressante l’invito «ad attivare con urgenza le misure per il depopolamento del cinghiale nella zona di restrizione 2». La Federcaccia Calabria si dice disponibile a collaborare e pronta a qualsiasi confronto.
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