La commissione Politiche economiche ha votato la proroga biennale del piano faunistico-venatorio dell’Emilia Romagna.
«Pensiamo che abbia ancora validità nei contenuti e negli obiettivi generali»: Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, spiega così i motivi per cui la giunta regionale ha optato per una proroga biennale del piano faunistico-venatorio 2018-2023; nelle scorse ore è arrivato l’ok della commissione consiliare Politiche economiche. È comunque già iniziato il lavoro di revisione, che dovrà tener conto del nuovo contesto legato alla diffusione della peste suina africana.
Nel frattempo la giunta sta lavorando al regolamento per la gestione degli ungulati: dopo aver raccolto le osservazioni dei soggetti interessati, è in attesa del parere dell’Ispra; l’iter verosimilmente si concluderà prima dell’inizio della primavera.
Proprio sul parere Ispra si concentrano i commenti della maggioranza: per Massimo Bulbi (Partito Democratico) ora «a livello nazionale occorre vincere la battaglia sull’abolizione del vincolo [per il calendari venatori]; sembra però che non ci sia la volontà d’eliminare quest’ostacolo».
Le opposizioni contestano invece la proroga del piano faunistico-venatorio: per il leghista Massimiliano Pompignoli «il piano creava già molti limiti all’attività venatoria; non aggiornarlo complica la partita [in relazione soprattutto] al calendario venatorio». È una valutazione che condivide Luca Cuoghi di Fratelli d’Italia, che addirittura ritiene che l’Emilia Romagna al momento si trovi «in una situazione di non pianificazione».
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