L’Ufficio studi e ricerche della Federcaccia sottolinea che gli interventi previsti dalla nuova politica agricola comune riguardano da vicino cacciatori e istituti venatori.
Tra i nove obiettivi chiave del Piano strategico nazionale che traduce in italiano la nuova politica agricola comune ce ne sono tre (contrasto al cambiamento climatico; tutela del territorio; salvaguardia del paesaggio e della biodiversità) di chiaro indirizzo ambientale. L’Ufficio studi e ricerche della Federcaccia sottolinea che gli interventi e le misure che li perseguono «meritano la nostra attenzione»; la loro corretta applicazione inciderà infatti sul miglioramento delle qualità degli habitat «e quindi sull’incremento della fauna selvatica d’interesse venatorio».
La Federcaccia sottolinea inoltre che Atc e comprensori alpini dovranno promuovere l’esecuzione di misure e interventi necessari a raggiungere gli obiettivi previsti dal piano. Non è inoltre escluso che possano partecipare direttamente ad alcuni bandi, in rappresentanza dei piccoli agricoltori associati; la Commissione europea ha infatti lasciato gli Stati membri liberi di decidere.
La nuova pac è entrata in vigore il 1° gennaio; in Italia varrà 36,7 miliardi di euro. A differenza che in passato non esisteranno più ventuno piani di sviluppo rurale, diciannove per le diciannove Regioni e uno a testa per Trento e Bolzano; ci sarà invece un unico documento nazionale, calato nelle diverse realtà locali.
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